Ancora Verona, ancora il “Bentegodi”. Anche se come abbiamo spiegato qui lo stadio veronese non è sempre stato fatale, il Milan si ritrova ancora una volta a dover fare i conti con l'Hellas sulla strada dello scudetto. E Pioli pare scelga di non correre troppi rischi a giudicare dall'undici iniziale: dentro una linea di trequartisti robusta con Krunic e Saelemaekers, con il solo Leao a rappresentare qualità.  

Dopo una fase di studio delle due squadre, il primo velleitario tentativo degno di questo nome è il sinistro di Hernandez dopo otto minuti che finisce però ampiamente a lato alla destra di Montipò, così come è innocuo il tiro a giro di Simeone poco dopo, abbrancato da Maignan. Il primo episodio che scuote il match è il gol di Tonali al quarto d'ora: il numero otto rossonero supera in diagonale Montipò, ma la rete viene annullata per un fuorigioco millimetrico del centrocampista rossonero sul lancio di Maignan. 

Poco dopo è Calabria che si inserisce e va vicino alla rete con un destro respinto di piede dall'estremo difensore veronese. Il Verona si chiude e riparte ma lo fa con efficacia, portando Caprari alla conclusione in girata su suggerimento di Faraoni, con palla che termina fuori di poco. Al 34° un destro di Simeone da l'illusione del gol al chiassoso pubblico veronese: palla sull'esterno della rete. Tre minuti dopo però il gol non è una illusione: da Caprari a Lazovic che pennella un cross sul secondo palo sul quale interviene Faraoni che insacca a porta sguarnita senza dare scampo a Maignan facendo esplodere il “Bentegodi". 

Sembra fatta per i gialloblu, ma allo scadere dei tre minuti di recupero arriva il pareggio rossonero: solito allungo di Leao che mette in mezzo e trova l'appoggio morbido di Tonali, che questa volta può esultare. Il Milan rimette in piedi una partita complicata.

Nella ripresa schieramenti invariati, ma il Milan ricomincia dove aveva finito: accelerata di Leao a sinistra, centro basso per Tonali e appoggio in porta per il 2-1. In pratica la fotocopia dell'azione che aveva portato al pareggio rossonero. Il Verona accusa il colpo e al tredicesimo tenta un timido tentativo di Tameze che calcia alto sopra la porta di Maignan. Poco dopo è Leao che calcia, e la sua conclusione deviata viene respinta da Montipò. 

Intorno al 20° i primi cambi: fuori Giroud e Salemaekers nel Milan per Messias e Rebic, mentre Tudor richiama Faraoni e Casale per Depaoli e Hongla. Pioli da spazio anche a Bennacer che rileva Krunic. Lascia la scena anche Simeone per far posto a Lasagna. La partita nella fase centrale della ripresa si addormenta, con il Verona che prova ad agire scardinando la retroguardia rossonera ma riuscendo a farsi pericolosa solo con una spizzata di Lasagna terminata alta. Sutalo subentra a Ceccherini e subito dopo un destro di Calabria, molto attivo questa sera, trova la deviazione di Montipò sopra la traversa, così come sopra la traversa finisce un perentorio colpo di testa di da calcio d'angolo. 

Ma il colpo di grazia rossonero arriva a tre minuti dal novantesimo con il diagonale a fil di palo di Florenzi, nel frattempo subentrato a Calabria. Il 3-1 manda in visibilio le migliaia di rossoneri che hanno riempito il “Bentegodi” e chiude la contesa in favore della squadra di Pioli, che ha portato a compimento un secondo tempo concreto e di qualità. Domenica 15 maggio in caso di insuccesso nerazzurro con il Cagliari e di vittoria contro l'Atalanta a San Siro, il Milan potrebbe festeggiare il titolo numero 19. Ma a 180 minuti dalla fine è ancora tutto da scrivere.

 

 

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