EDITORIALE IPG: Inter e Milan sfrontate verso la Champions, Juve spuntata. Mou, guarda che Napoli. Bologna, impara dal Torino
L’analisi della sesta giornata di serie A, tra conferme, sorprese e rimpianti
Se i frutti sugli alberi del proprio giardino non crescono bene, non dipende certo da chi guarda – o non guarda – da dietro la siepe o il monitor. Dedicato a Mourinho, che invece di scagliarsi contro la terna arbitrale sul (più che) presunto rigore su Zaniolo in occasione del raddoppio della Lazio, probabilmente dovrà lavorare tanto sulla fase difensiva della Roma. Vittoria con merito nella stracittadina per i biancocelesti, forse non così netta da scomodare l’aquila Olimpia sul braccio di Sarri, ma importante per sbloccare mentalmente Immobile e compagni dopo che proprio Ciro aveva denunciato problematiche di atteggiamento della squadra.
Vola, ma soprattutto sa volare, il Milan di Pioli sempre più giovane e sempre più concreto. Medaglia sul petto per il tecnico: ha saputo valorizzare al meglio chi lo scorso anno sedeva in panchina – vedi Diaz e Tonali – trasformando le gemme in gioielli. Per il presente rossonero, ma anche per il futuro in cui spesso crescita fa rima con plusvalenza. Dall’Atletico all’Atletico, in Champions, i milanisti dovranno dimostrare di essere grandi dopo l’impresa solo sfiorata contro il Liverpool. In campionato, però, il diktat non cambia: perseveranza e incoscienza per sognare in grande.
Sull’altra sponda milanese, detto che l’Inter dovrà confermare già in serata di saperci stare nell’Europa dei grandi, contro l’Atalanta – svegliatasi che era già passato metà primo tempo e Lautaro aveva messo dentro il vantaggio interista: non è la prima volta che la concentrazione fa scherzi alla squadra di Gasperini – Barella e compagni hanno saputo creare, annaspare e soffrire per poi mangiarsi le mani. I problemi a centrocampo non permettono a Inzaghi di poter variare negli uomini, e dopo tre partite in una settimana si è visto. Postilla su Handanovic, oberato di critiche sul secondo gol atalantino: un errore non cancella quanto di buono fatto da anni e anni e anni. Vale per il portiere sloveno ma anche per Immobile quando veste l’azzurro della Nazionale. Non si abusi del passato remoto, nel calcio.
Non svegliate il Napoli, invece. Perché nel suo lavoro, Spalletti ha calcolato anche le ore di sonno ai suoi giocatori per farli rendere al meglio in campionato e non vincere per forza con le goleade. Osimhen è un canddiato forte per diventare re dei gol, Insigne a essere protagonista amato e non più solamente profeta in patria. Se poi la difesa – 2 gol subiti soltanto – rende come l’attacco, allora questa squadra è realmente matura per battagliare fino alla fine per la corona.
I primi tre punti della Juventus superano solo aritmeticamente le due pesanti defezioni che i bianconeri dovranno sopportare almeno fino al rientro dalla sosta. Dybala, unica fonte di gioco di un certo livello, e Morata non andrebbero sostituiti da Kean e Kulusevski nella sfida più importante in Champions e nel derby contro il Torino. La dirigenza ci pensi: un altro attaccante, anche se non di primissimo livello, perfino in prestito secco, oggi sarebbe utile come l’acqua nel deserto del Kalahari. L’occasione di vederli all’opera vale come esame per i due classe 2000, chiamati (finalmente) a dare risposte.
Sbatte, rimbalza e segna il coetaneo Vlahovic con la maglia della Fiorentina. E ribadisce, a distanza di settimane, che le voci sul suo futuro perdono di eco quando l’arbitro fischia l’inizio della partita.
Sul Bologna, reduce da 12 reti nelle ultime tre partite di campionato, più che un capitolo dovrebbe aprirsi un’enciclopedia su come approcciare e affrontare le partite a livello difensivo. Soprattutto se gli avversari di turno si chiamano Inter o il frizzante Empoli di Andreazzoli, in campo spavaldo e imbottito di giovani interessanti. Arnautovic, da solo, non risolverà i problemi di Mihajlovic se la linea difensiva continua ad offrire prove del genere e se a gennaio – pur senza il dimissionario Sabatini – non arriverà un centrale di livello. Spoiler: tra gli svincolati spicca Nkoulou che ha già incrociato Sinisa quando vestiva il granata del Torino. E la squadra di Juric, ieri come giovedì penalizzata dagli errori di Djidji, di gol ne ha incassati 6 in altrettante giornate. Sabato, nel derby contro la Juventus appaiata in classifica, la posta in palio sarà più alta del solito, in una partita da giocare col cuore prima che coi muscoli.