Dopo le parole di Saputo sullo stato dell'arte in casa Montreal Impact, ci si interroga su differenze e similitudini con la realtà bolognese Le notizie, in effetti, sono due. Che a Montreal, a differenza di Bologna, Saputo parla (l'ultima volta è stata ieri. Conferenza stampa in cui ha annunciato che cerca partner per gli Impact) e che la municipalità quebecoise non solo non lo aiuta ma gli chiede un sacco di soldi. Per la precisione 2 milioni di dollari canadesi l'anno (al cambio in Euro, si tratta di 1.3 milioni). "Il Saputo Stadium non mi appartiene. Storicamente, quel tipo di edificio è sempre stato esentato dalle tasse di proprietà. Abbiamo parlato con la città di Montreal per diversi anni, ma non c'è il desiderio di risolvere il problema". Non basta, visto che il nostro chairman ha investito 16 milioni per costruire il centro di formazione (la Casteldebole di Montreal), ma solo l'edificio da 1,6 milioni appartiene a lui. I campi da calcio sono di proprietà del comune di Mercier-Hochelaga-Maisonneuve (della stessa appartenenza politica di Montreal, cioè Projet Montreal, n.d.r.)".E qui scattano due considerazioni: la prima è che tutto il mondo è paese. I frequenti - e un po' banali, soprattutto antistorici - richiami alla mentalità "comunista" dei nostri governanti suonano del tutto fuori luogo rispetto a quanto succede altrove: in Canada, per esempio, dove, evidentemente, anche i governanti "liberali" sposano idee apparentemente contrarie all'imprenditoria. E' che qui si vorrebbe una deregulation totale ...ma solo sulle cose che interessano. Sul resto dirigismo assoluto! La seconda è che queste cose sono state più volte scritte, dette in radio e in tv dal capo dei maigoduti, tale Alberto Bortolotti, la cui fonte è...Joey Saputo in persona. Nell'unico colloquio personale avuto, in data 3 aprile 2017, davanti a un ricco buffet, al termine dell'inaugurazione del Centro Niccolò Galli, il chairman evidenziava al sottoscritto - eravamo noi due, soli - come gli ostacoli in Canada fossero superiori a quelli bolognesi. Detto, ridetto e stradetto ma non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire: "il Comune lo sta ostacolando", vulgata popolare. Del resto è molto meglio ascoltare voci elogiative, quando non sdraiate, e compiacenti (c'era solo l'imbarazzo della scelta. Ora sono restati pochissimi, irriducibili e badanti) piuttosto che non porsi dei dubbi. Che chi scrive, come su chiunque altro, espone inascoltato dal primo giorno. Prevengo una obiezione di ordine politico. Projet Montreal, che governa la città tramite la Sindaca Valerie Plante, è una formazione giovanissima, nata nel 2004 e arrivata al governo della città meno di un anno fa. E' una sorta di PD canadese, appartiene ideologicamente al centro sinistra, con venature ambientaliste e qualche spruzzo di grillismo sul versante della corruzione pubblica (c'è anche là!). Ma i problemi erano sorti con i governanti precedenti, di tutt'altro colore. Quindi non la si può buttare in ideologia.Il punto è comunque un altro. E' vedere come i cambiamenti in atto negli Impact impattano sulla realtà bolognese. Se impatteranno e quanto. Personalmente sono convinto che la partita dello stadio sia ancora complessa, affatto chiusa e comunque non risolutiva: forse a dicembre svelano il progetto, forse. E che in ogni caso Saputo punti a rafforzare il club nel tentativo di renderlo meglio vendibile. Magari ha già avviato qualche cautissimo e sotterraneo sondaggio perché ciò, in futuro, diventi possibile. Del resto non abbiamo ancora capito esattamente cosa lo abbia spinto qui, quale obiettivo si ponesse e quanto lo sviluppo dei suoi affari fosse da subito un obiettivo territorialmente impostato su Bologna piuttosto che non su Roma (come indicano scelte di management e componenti del cda) o su altre realtà europee. La favoletta della Granarolo, di gran moda all'inizio, non la racconta più nessuno, è chiaro a tutti che il punto non era quello. Dalla conferenza stampa sono emersi altri fatti. Leggendo l'articolo di Antoine Deshaies di Radio Canada, risalta il fatto che il presidente dice che la squadra sta perdendo circa 12 milioni all'anno dall'ingresso in MLS. E allora è chiaro che 12 là, 25 qui diventano poco sopportabili. Joey Saputo è tuttavia categorico. Non vuole vendere o trasferire la squadra, anche se stima che un team MLS valga circa 180 milioni di dollari. Tuttavia, è aperto all'idea di accogliere nuovi investitori. "Dobbiamo cambiare il modo in cui gestiamo la squadra, devo cambiare il modo in cui gestisco. Ho spesso preso decisioni personali piuttosto che decisioni commerciali. Devo essere in grado di fare un passo indietro e gestire meno ogni giorno". Ed ecco, a proposito, il modello Juventus Stadium. Le frequenti visite di Saputo a Torino hanno una spiegazione, e lo ha detto venerdì lui stesso. Gli skybox torinesi sono un ottimo esempio per la ristrutturazione del Saputo Stadium, non del Dall'Ara. In modo che il 10% del pubblico pagante copra l'80% delle entrate. E' questo - giustamente - a cui lui mira. Alla fine suona una brutta campana per il pubblico rossoblu.  L'investimento di Didier Drogba ha portato molta visibilità, ma nessun profitto. Ciò significa, forse, che qui un top player non arriverà mai. Non con questo presidente, almeno.
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