Stoccata Arrivabene, Sconcerti: "Eleganza zero. Amore per la maglia? I giocatori appartengono solo a chi gli fa crescere lo stipendio"
Maurizio Arrivabene, prima del fischio d'inizio della sfida con il Cagliari, ha mandato una stoccata ad alcuni giocatori della Juventus. Ha risposto Mario Sconcerti
Prima del fischio d'inizio di Juventus-Cagliari, il CEO dei bianconeri, Maurizio Arrivabene ha mandato una stoccata ad alcuni giocatori: “Aumento di capitale? Stiamo lavorando alla sostenibilità del club. Il calcio è un'industria come le altre, poi la squadra ha degli obiettivi sportivi da conseguire. Sento spesso parlare di panettoni e colombe, ma dobbiamo affrontare uno step alla volta. Dybala e De Ligt? È facile parlare di attaccamento alla maglia, ma è più difficile dimostrarlo. Alcuni sono più attaccati al proprio procuratore che non alla maglia. Con i nostri calciatori abbiamo ottimi rapporti”. Non ha potuto non commentare Mario Sconcerti, firma storica del giornalismo sportivo italiano, che ha rilasciato un'intervista ai microfoni di calciomercato.com.
La stoccata di Arrivabene, risponde Sconcerti
Sconcerti ha risposto così: "E' stato chiaro l'amministratore delegato della Juventus Arrivabene: "I rinnovi di Dybala e de Ligt? Ci sono giocatori che sono più attaccati ai loro procuratori che alla maglia. Non è una dichiarazione elegante, porta l'azienda pubblicamente dentro una trattativa privata. Ma c'è di più, è ingenua, perché è ovvia. I giocatori sono più attaccati ai loro procuratori perché i procuratori trattano i loro soldi. Tolga solo qualche migliaio di euro a qualunque giocatore invece che aumentarglielo e scoprirà una moria di affetto a qualunque maglia".
"I calciatori sono abituati da vent'anni da aumenti costanti, irreali, non capiranno mai che è venuto il tempo di risparmiare anche su di loro. Non è poi nemmeno vero che le società di calcio sono aziende come le altre. Il calcio è una gara, non serve essere grandi aziende se non si arriva prima. La sua l'ha dimostrato per esempio licenziando allenatori colpevoli di essere arrivati primi soltanto in Italia".
"Infine un piccolo consiglio: non conti mai sull'amore dei calciatori per la maglia. Sono casi rarissimi, di altri tempi. I giocatori oggi non sono più per legge di nessuna maglia. Appartengono solo a sé stessi e, appunto, a chi gli fa crescere lo stipendio". Ha concluso Sconcerti.