Il Milan in dieci batte l'Udinese: Chukuweze è il match-winner
Partita sofferta per i rossoneri: un buon inizio, il gol e poi l'espulsione (dubbia) di Reijnders
Striscioni dei club capovolti, striscioni della curva assenti: è un San Siro senza colore quello che accoglie Milan-Udinese, rientro dei rossoneri dopo la pausa delle nazionali e la caduta di Firenze. In tutto ciò la squadra non c’entra nulla, ma il motivo è da ricercarsi nei recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto il tifo rossonero (e nerazzurro) e le disposizioni prese di conseguenza. Il Milan si presenta con i cattivi di Firenze (Tomori e Abraham) in panchina e Theo Hernandez squalificato. Emerson Royal e Terracciano sulle fasce, con Pulisic in avanti dirottato sotto punta alle spalle di Morata e Okafor a sinistra.
Chukuweze colpisce
Nelle prime battute il Milan prende subito le redini del match, ma parte al piccolo trotto. Al minuto nove prima, debole conclusione di Okafor col destro dopo un dribbling. Ma al 13° il Milan passa: da Pulisic a Chukuweze, liberissimo e diagonale di sinistro del nigeriano che infila Okoye per il vantaggio rossonero. Poco dopo Pulisic ha un'occasione di testa da posizione centrale su un rapido cross di Okafor, ma il suo tentativo non crea problemi a Okoye.
Milan in dieci
Poco dopo è Reijnders sotto porta a calciare alto mentre l'Udinese comincia a prendere campo soprattutto sulle fragilità dei rossoneri che ogni tanto si fanno sorprendere. Su una di queste sortite, a farne le spese è Reijnders: lancio lungo di Bijol per Lovric, contatto con l'olandese che Chiffi punisce con l'espulsione del numero 14 rossonero confermata anche dal Var. La seguente punizione di Zemura mette i brividi a un immobile Maignan, ma la palla esce. Il Milan si sistema a questo punto con 4-4-1, con Morata unico baluardo d'attacco e l'arretramento di Chukuweze e Okafor.
Gli animi sugli spalti si surriscaldano all'indirizzo del direttore di gara, reo di non punire con altrettanta severità i falli degli ospiti. Sul finire del tempo Chukuweze, liberato da Okafor in azione di ripartenza, preferisce calciare piuttosto che servire in area Morata o Pulisic, più liberi e in posizione ghiotta per la conclusione in rete.
La ripresa si apre con una ovvia novità in casa rossonera: Fonseca toglie Okafor e sceglie di dare assistenza a Fofana inserendo Musah. L'Udinese al nono ha subito una chance con Ehizibue che mette fuori di testa da buona posizione. E' ovvio che lo spartito si sia capovolto: l'Udinese gioca e cerca di andare a impensierire Maignan, il Milan in inferiorità numerica prova a sfruttare le ripartenze. All'ora di gioco check del Var per un contatto in area tra Pavlovic e Kabasele, ma niente rigore. Poco prima della mezz'ora fuori Morata e dentro il redento Abraham. Al 29° il Milan ha la sua più grande occasione sino a quel momento: Pulisic fatica a girarsi in piena area ma alla fine ci riesce e conclude trovando l'ottima risposta di Okoye. In seconda battuta Abraham, un po' scoordinato, non riesce a ribadire in gol. L'inglese però nell'azione si fa male e deve uscire a beneficio di Loftus-Cheek. Intanto Bijol ci prova da fuori con una violenta conclusione che finisce a lato.
A cinque minuti dalla fine si accende anche la curva sud ed esce anche Chukuweze che dopo tante prestazioni incolore si becca gli applausi di San Siro. L'Udinese nel frattempo continua a macinare gioco scodellando palloni in mezzo preda della attenta retroguardia rossonera. Maignan non si sporca i guanti. Ma nei sette minuti di recupero, un film dell'orrore spaventa San Siro: l'Udinese pareggia con Kabasele ma il nuovo entrato Ekkelenkamp era in fuorigioco. Il triplice fischio di Chiffi dopo ben più dei 7 minuti di recupero, scaccia gli incubi: se solo provvisoriamente o in maniera definitiva, lo dirà il proseguo della stagione rossonera.