Il prossimo scontro tra Juventus e Inter per il vertice della Serie A è avvolto da incertezze, secondo le parole di Fulvio Collovati, ex calciatore di Milan, Inter e Juventus. Nel commentare la partita imminente, Collovati ha sottolineato l'importanza della sosta e le possibili influenze su entrambe le squadre. Secondo l'ex campione del mondo, l'Inter potrebbe essere la favorita grazie alla sua completezza, ma la solidità della Juventus rende il pronostico aperto, con viaggi, infortuni e stanchezze che potrebbero giocare un ruolo determinante.

"È la classica del calcio italiano, ma stavolta ci sarà il grande punto interrogativo della sosta. L’Inter potrebbe essere la favorita, in quanto più completa, la Juventus è solida, ma tra viaggi, infortuni e stanchezze il pronostico è molto aperto, quindi non escludo sorprese".

La sosta, un rebus per tutte. Le parole di Collovati

La sosta sarà un enigma anche per Roma e Udinese, come sottolinea Collovati. Riguardo alla Roma, il commento è critico, evidenziando la tendenza a subire gol e la mancanza di riserve adeguate in difesa. Dall'altra parte, l'Udinese, che ha chiuso il periodo pre-sosta in crescita, potrebbe sfruttare le debolezze della Roma, specialmente considerando la prestazione positiva contro l'Atalanta a San Siro.

"Ovvio, anche se ci sono delle caratteristiche già delineate per le due squadre. La Roma, per esempio, prende sempre gol e in difesa non ha i ricambi adeguati, mentre l’Udinese è andata alla sosta in crescendo e all’Olimpico potrebbe sfruttare le debolezze della Roma".

Collovati ha poi aggiunto: "Avendola vista all’opera è proprio quello che deve fare l’Udinese per essere l’Udinese, ovvero una squadra dedita al mutuo soccorso che ha ritrovato lo spirito della scorsa stagione. È così che deve giocare, anche perché non le sono concesse pause o rilassamenti di sorta".

"Decisiva la svolta in panchina da Sottil a Cioffi? Sì, perché adesso l’Udinese è molto più attenta e concentrata nell’arco dei 90 minuti, ma soprattutto c’è più rispetto dei ruoli con l’attenzione nei raddoppi di marcatura. E non pensiamo che sia semplice trasformare una squadra in così poco tempo, anche perché prima non si vedeva la volontà del sacrificio. Non me ne voglia Sottil, ma un allenatore ha il dovere di cambiare qualcosa nelle difficoltà, specie quando la situazione degenera. Non si può avere sempre lo stesso modulo se non hai tutti gli interpreti, quindi ho intravisto un po’ di presunzione".

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