Nel corso della presentazione come nuovo Ct azzurro, Roberto Mancini ha toccato tanti temi: dalle motivazioni a Balotelli, dal rapporto con i club al Mondiale perso

- di Marco Vigarani -

Il primo tempo della nuova vita di Roberto Mancini si è disputato ieri a Coverciano in occasione della sua presentazione ufficiale come nuovo Commissario Tecnico della Nazionale Italiana. Per circa 45' ha raccontato le sue sensazioni, risposto alle domande ed offerto un primo panorama del nuovo corso azzurro. Chiarissime le motivazioni della scelta: "Diventare ct è la massima aspirazione per tutti gli allenatori. Alleno da tanti anni e penso che questo per me sia il momento giusto". Il passato poi è alle spalle e lì deve restare: "Non essere al Mondiale è stato un duro colpo per i tifosi ma i momenti difficili possono capitare".Ecco poi un assaggio della filosofia con cui Mancini affronterà la sfida: "La cosa più bella della Nazionale è che non bisogna andare a comprare giocatori. In Italia si possono trovare giocatori di qualità, ci sono sempre stati e ce ne sono ancora abbastanza per mettere in piedi un’ottima squadra". L'unico nome citato è quello tanto atteso: "Parlerò con Balotelli e probabilmente lo chiamerò. Lo voglio rivedere nelle condizioni in cui fu all'Europeo". Porte aperte comunque ai veterani sia in campo che nello staff: "Con Costacurta e Oriali abbiamo parlato di Pirlo ma dobbiamo capire cosa vuole fare. Parleremo anche con Buffon per la gara di Torino. In campo poi l'età conterà perchè dobbiamo costruire il futuro ma se i "vecchi" come De Rossi saranno ancora i migliori allora verranno chiamati". Senza dimenticare assolutamente i giovani: "Come CT ho l'obbligo di stare vicino alle squadre giovanili, ma non intendo disturbare i loro allenatori". Per tutti comunque il messaggio è chiaro: "Per me l'importante è che i ragazzi tirino fuori i sogni che hanno nel cuore. Da ragazzino la Nazionale in tv, fai il tifo e sogni di vestire quella maglia. Chiedo di dare il massimo per la Nazionale". Come non si è sbilanciato sui nomi, Mancini è rimasto in attesa anche sul piano tattico: "È difficile dire adesso come giocheremo. Devo conoscere meglio alcuni giocatori e questo potrà avvenire soltanto stando insieme. Certamente ho le mie idee ma le adatterò ai giocatori". Un altro aspetto vitale della sua nuova esperienza è sicuramente quello del rapporto con i club: "Serve rispetto per loro e per i giocatori che disputano tantissime gare. Bisogna anche saper valutare se hanno bisogno di riposo. Non chiederò stage, ma se avremo la possibilità ne faremo per vedere i giovani". Firmato un biennale con vista sul prossimo Mondiale, Mancini definisce infine il suo obiettivo: "Voglio riportare l'Italia dove merita: sul tetto del Mondo e anche dell'Europa visto che di Europei ne abbiamo vinti pochi".
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