E' finalmente retrocessa di diverse lunghezze la sgradevole sensazione che al Bologna nessuno fosse interessato al campo. Archiviate le felici esperienze di una rocambolesca promozione, definiamola pure fortunella anziché no, e assodato che la cavalcata iniziale di Mihajlovic è giunta dopo un concreto timore di retrocedere, era sembrato che l'auto-esaltazione inutile e controproducente che accompagnò Inzaghi (fire and desire, abbasso i gufi, stai sereno maigoduto, e tutto un campionario di proclami autoreferenziali assortiti che stavano per produrre il disastro totale) fosse sì un ricordo lontano, ma avesse trovato il suo sbocco naturale in un placido mare della tranquillità, pochi punti, poche emozioni, tanti gol subiti, sprazzi di bel zug (insamma...) e soquante parole per giustificare un rendimento difensivo disastroso.

Il dibattito, anche in società, verteva sulla possibilità che un cambio di tecnico potesse ricreare entusiasmo. Mihajlovic non aiutava, le estati passate ad attendere una chiamata (che era pure arrivata, all'epoca, ma stava dalla parte sbagliata del tifo capitolino) deprimevano il pubblico, che aveva superato da poco la settimana di passione del pullman dell'indifferenza e del dileggio (a stadio vuoto, non va dimenticato). Tutte robe che, viste adesso, fanno sorridere, eppure ci si è accapigliati come gli uccelli di Hitchcock. Ricordo interventi radiofonici pro società e contro il tecnico sospetti tanto quanto erano reboanti: erano anche certi di un cambio imminente. 

Sinceramente avevo gradito poco il repulisti dei veterani in estate, temevo andassero in vacca anche le poche certezze acquisite. Invece era uno dei segnali, unito a molte parole "nuove" sull'atteggiamento in campo che muovevano, Deo gratias, in direzione giusta. Detto che il disastro con la Ternana è stato, verosimilmente, salutare (sorrido ascoltando sentenze sulla inutilità di Coppa Italia. Se si seguisse quella logica, è forse utile il campionato, dove finora si fa collezione di fasce destre della classifica, in attesa della prossima plusvalenza? Ah, bello...), rimasi colpito da una frase di Fenucci, uno che non parla mai a vanvera: "anche così come siamo possiamo e dobbiamo difendere meglio". Diciamo che è un fatto di rispetto giocare per fare punti: per la logica, per chi ti paga, cioè club e pubblico, e perfino per le tante invocate plusvalenze. Se sei laggiù, è più complicato. Stando in cima ho come la sensazione che i riflettori illuminino meglio. 

Così Sinisa ha accelerato il passo. In realtà il "bel zug" (cosiddetto) era la coperta di Linus: ho dei nanerottoli, per giunta avanti con gli anni, e faccio un po' di frullo organizzato. Ma appena posso dare un senso di equilibrio, cioé arriva una punta, che chiedo da due anni, cambio. Sennò, ammesso che mi interessi, chi mi chiama a 2 milioni per prendere 65 gol all'anno? In fondo la questione è poi semplice. 

Per gli appassionati del dibattito tattico - io lo sono fino a un certo punto, come noto, giacché questo è un pezzo del calcio professionistico, e non so se il più importante - prima si difendeva uno contro uno a tutto campo e impostava il gioco dal basso sfruttando le qualità e l’intelligenza calcistica di Rodrigo Palacio, grazie al quale abbiamo visto tanti gol segnati da Roberto Soriano e le buone partite degli esterni offensivi a piede invertito Barrow ed Orsolini, ma la scelta di fare impostare a Schouten il gioco dal basso, la mancanza di un portiere dotato di un piede educato e l’età che avanza di un giocatore come Danilo hanno causato la gragnuola di gol subiti. In realta’ per fare questo tipo specifico di calcio ci vuole una squadra formata da giocatori ben dotati tecnicamente, fisicamente molto veloci: come hanno squadre piu’ attrezzate. Ora la fase difensiva è migliorata sfruttando la velocita’ ed esperienza di Medel e l’inserimento come mediano davanti alla difesa di un giocatore come Dominguez creando una difesa con tre difensori centrali bloccati più un mediano di rottura, soprattutto difendendo di reparto grazie agli aiuti degli altri due centrocampisti, mentre nella fase offensiva vengono giocati piu’ palloni direttamente alla prima punta, che, sfruttando tecnica e fisico possente, riesce a servire gli inserimenti di Soriano e Svanberg. Il miglioramento della fase difensiva è fotografato dalla media dei famosi expected goal subiti pari a 1.

Verranno anche tempi più grami ma si assorbiranno meglio. E sono personalmente convinto che adesso le condizioni di valorizzazione dei "medi giovani" in campo, segnatamente i centrocampisti, possa procedere più spedita. E' buffo pensare che lunedì sera i cinque della fase difensiva erano tutti nuovi, a partire da Dominguez per Schouten, Medel e Bonifazi per Soumaoro e Danilo, De Silvestri e Hickey per Tomi e Djiks. Eppure hanno funzionato egregiamente. 

Dispiace che non si possano inseguire idee accattivanti e un po' strampalate ma da che mondo è mondo il calcio consiste nel fare gol e punti. Il resto sono esercizi verbali. 

Forse, e dico forse, questa nuova versione sopisce le sempiterne polemiche tra filo e antisocietari, anche perché si è assistito a un curioso ribaltamento. Chi ora non gode è colui che prima accusava gli altri. Le posizioni cristallizzate esistono solo quando si gioca a Monopoli. 

Diciamo che la malattia del mister e il Covid hanno oggettivamente frenato tutto, ma si è esagerato nell'invocarli a scusanti. E ora perfino la lontananza della proprietà sembra un non problema. I sette mesi di gestazione dell'affare Arnautovic sono stati lunghi ma almeno produttivi. 

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