Ihattaren attacca la Sampdoria: "Non ce la facevo più, tutti i tipi di accordi non venivano rispettati. Non ho ricevuto uno stipendio"
Intervistato al Telegraaf , Mohamed Ihattaren ha parlato delle sue condizioni fisiche, del perchè dell'addio alla Sampdoria e del ritorno in Olanda
Intervistato al Telegraaf , Mohamed Ihattaren, centrocampista della Juventus in prestito alla Sampdoria che però è tornato in Olanda all'inizio di questa stagione, dove si sta allenando in solitaria, ha parlato della sua condizione e attaccato i blucerchiati.
Sulle condizioni fisiche -"Ho fatto una risonanza magnetica al ginocchio tre volte, di cui una a un'ora e mezza da Genova. Non so perché. Ogni volta non c'erano danni, stavo bene e volevo allenarmi, ma sembrava che non mi capissero o non volessero farlo. Mi sembrava di essere in vacanza, nel gruppo c'era irritazione per questa mancanza di lucidità e ho anche litigato con Candreva, sebbene rispetti molto la sua carriera. "Adesso devo rimettermi in forma, so che posso farlo in fretta: era evidente già in estate, ora voglio sudare. Voglio sentire che sto giocando di nuovo a calcio ed è fantastico".
Sull'addio alla Sampdoria - "Sono partito a causa delle circostanze che si sono create lì. A diciannove anni stavo seduto in una stanza d'albergo, da solo, abbandonato a me stesso. Non ce la facevo più, tutti i tipi di accordi non venivano rispettati. Come se non esistessi".Ihattaren smentisce d'essere stato irreperibile. "Non è corretto, è scioccante leggerlo. Si è detto di tutto ma non mi hanno mai parlato".
"Nessuno stipendio" - "Non è stato organizzato nulla, conto in banca o assicurazione. Così ho scelto per me stesso, non c'era più fiducia. Ma non certo disperso... Bastava a chiedere a Utrecht, a Afellay, Labyad, mi avrebbero visto lì. E se mi fossi rotto una gamba alla Sampdoria? Non ho ricevuto uno stipendio, ho chiamato il team manager e mi ha detto 'paghiamo ogni due mesi'. Non è successo e tutto questo ha iniziato a irritarmi. Non ho giocato, non lo stavo facendo, non c'erano prospettive e ho chiamato Raiola. E mi ha detto di stare calmo".
L'arrivo alla Sampdoria - "Quando sono arrivato alla Sampdoria, non c'era nessuno tranne il team manager. Ho fatto le foto con la maglia, gli allenamenti il giorno dopo. Poi ho visto delle persone in giacca e cravatta e ho detto 'questi sono i dirigenti, pezzi grossi'. Non so, avrebbero potuto essere anche tassisti, non avevano idea di chi fossi. E l'allenatore non sapeva neanche che fossi mancino."
Sul ritorno in Olanda - "L'ho fatto a ottobre, dopo Olanda-Gibilterra. Il giorno dopo sono entrato nell'ufficio dell'agente Ali Dursun (che ha scelto al posto di Raiola, ndr) e gli ho detto ‘aiutami, ho sbagliato tutto’. Ha ascoltato la mia storia e detto che non potevo essere il responsabile. E' stato come un padre per me: Raiola ha detto di essere preoccupato per me, di non avere più contatti ma sono deluso".
Sul rapporto con D'Aversa - "Dopo che avevo deciso di tornare in Olanda, mister D'Aversa mi ha chiamato per dirmi che sarei stato titolare la partita dopo. Non avevano mantenuto nessuna promessa a Genova e non gli ho creduto. Avevo perso ogni tipo di fiducia".
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