Ranucci (Report): "In condizioni normali sarebbero fallite molte squadre italiane. Nel calcio ormai si fa finta di nulla"
Il conduttore di Report su RaiTre, Sigfrido Ranucci, è intervenuto in un'intervista esclusiva a TMW soffermandosi su alcune delle inchieste del suo gruppo di lavoro
Il conduttore di Report su RaiTre, Sigfrido Ranucci, è intervenuto in un'intervista esclusiva a TMW soffermandosi su alcune delle inchieste del suo gruppo di lavoro. Argomento di partenza, il premio Clessidra di cui è stato insignito: “Se lo sport è agonismo, io penso che Report rappresenti l’agonismo nel mondo del giornalismo d’inchiesta, è il successo di una squadra che da 26 anni sta raccontando il romanzo dei fatti. Questo premio lo vedo come un punto di partenza, uno stimolo a fare ancora meglio”.
Hai realizzato inchieste approfondite sul mondo del calcio, qual è quella che vi ha gratificato di più? "Più di questo vorrei parlare di quanto mi hanno colpito le reazioni del mondo del calcio. Io ho l’impressione che abbia bisogno di un giornalismo libero e indipendente, che vada a rilevare le storture. Come se ci si sia abituati e non si faccia più neanche caso a cosa comporta questo mostro. Abbiamo società indebitate complessivamente per credo oltre 4 miliardi di euro. In condizioni normali sarebbero già fallite molte squadre italiane, ma nessuno ne parla a sufficienza”.
E perché non vengono fatte rispettare le regole?
“Io mi ricordo di due-tre grandi blitz della Guardia di Finanza e poi non si è saputo nulla di cosa hanno trovato. Io credo non ci sia volontà di fare pulizia nel calcio, per tanti motivi. Abbiamo raccontato anche che le curve sono una sorta di zona franca, con dietro tanto nero e una forma di clientelismo, di controllo del consenso. C’è la libertà di poter fare delle violenze senza reazioni particolari, addirittura abbiamo dei capi ultrà che hanno precedenti penali pesantissimi che possono girare tranquillamente con auto di lusso e gestire masse di denaro senza che nessuno gli chieda conto. Lo trovo una grande perversione e se vogliamo raccontare il calcio come fa Galeano in ’Splendori e Miserie del gioco del calcio’, credo che bisognerà ricominciare a raccontarlo per quello che è, una passione da ragazzi”.
Vi siete occupati del mondo dei grandi agenti. Vi hanno colpito anche qui le reazioni?
“Intanto ci hanno colpito le querele. Raiola ci ha chiesto un risarcimento danni perché ha detto che siamo andati nella sede sbagliata, ma quello è il documento ufficiale che ha comunicato alla Federcalcio. Noi siamo andati a Malta, in una sede fittizia: dice di averla cambiata ma evidentemente non l’ha comunicato alla Federcalcio. Un aneddoto singolare e che abbiamo partecipato a una mediazione come previsto dalle regole di procedura, ma per partecipare ci ha chiesto dei soldi. Lui a noi. Io gli ho chiesto se dobbiamo fatturare a Malta anche questi”.
Da tifoso romanista, le tue sensazioni sull’avvio della squadra di Mourinho?
“Intanto ci troviamo di fronte a una società che ha investito tantissimo, forse più di chiunque altro in questa squadra. Ha preso un allenatore che non pensavo potesse mai arrivare a Roma, stiamo andando avanti a risultati altalenanti, ma magari può essere l’anno giusto per tornare a vincere qualcosa, magari un porta-ombrelli come si dice a Roma, ma pur sempre vincere qualcosa”.
Un giudizio su Abraham?
“Un grandissimo giocatore, speriamo sia all’altezza della cifra che è stato pagato”.