Beppe Signori e l'incubo scommesse: "Dovevo avvicinare i giocatori. Dissi di no per i soldi"
Un libro ripercorre la storia dell'ex bomber di Lazio e Bologna, a 13 anni esatti dall'arresto. Nel 2011 l'accusa di essere il boss delle scommesse illegali
“Prima della mia vicenda quando vedevo qualcuno arrestato il mio pensiero era che se l'avevano arrestato, qualcosa doveva pure aver fatto. Oggi so che è terribile e che non è così”. Esordisce in questo modo Beppe Signori per raccontare la sua vicenda legata al calcioscommesse nel nuovo libro di Federico Ruffo e Jacopo Ricca dedicato alle ingiustizie sportive.
L'arresto e l'accusa: l'inizio di un calvario
Sono passati tredici anni esatti dall'arresto di Beppe Signori, la polizia lo fermò mentre stava per prendere un treno direzione Bologna. “Quando mi hanno arrestato ero disperato da un lato, ma tranquillo dall'altro. Perché non avevo fatto niente e pensavo si sarebbe chiarito tutto" ha confessato agli autori. Non è un segreto che a Signori piacesse scommettere, ma la Procura di Cremona lo accusava di essere a capo del “gruppo dei Bolognesi”, colui che più di tutti poteva praticare la cosiddetta tecnica del match-fixing: convincere gli amici calciatori ad accordarsi su un determinato risultato, per poi scommettere ingenti somme di denaro sullo stesso.
Signori e l'incontro con Bellavista: “Non lo rifarei”
Il 15 marzo 2011, secondo la procura, è il giorno chiave per l'ingresso del “gruppo dei Bolognesi” nel sistema calcioscommesse: si tiene un incontro privato nello studio dei commercialisti di Signori, alla presenza dell'ex capitano del Bari Antonio Bellavista. La proposta è quella di truccare il risultato di Atalanta-Piacenza per 60 mila euro. Signori prende nota su un “papello” che rappresenta la “pistola fumante” per gli inquirenti. Ecco cosa trovarono scritto
Condizioni nostre / Partita paghiamo 125.000 euro da dare entro giovedì / Condizioni loro / La quota non deve subire variazioni / Assegno dato venerdì di 125.000 euro a garanzia / Assegni dati da puntare over entro il 75/80esimo / Vittoria Atalanta / Possibile che il primo tempo finisca 1-1 o 0-1 /Già fatta Benevento-Pisa da capire se vittoria o over di lunedì ore 14.30
L'amaro commento dell'ex bomber di Foggia, Lazio e Bologna
Quel maledetto 15 marzo, fui invitato dai miei commercialisti e incontrai due persone che non conoscevo. Sono andato là, ho ascoltato e ingenuamente ho scritto le condizioni. Il famoso papello, ma quale papello! Io dovevo fare da garante. Avvicinare i giocatori con le mie conoscenze. Dissi di no, che non ero interessato e che non avevo le possibilità economiche per farlo, molto tranquillamente […] Quell’incontro del 15 marzo del 2011 è l’unica cosa che non rifarei
L'assoluzione e la grazia
L'estraneità di Signori emerse quando l'ex calciatore era già stato definitivamente radiato dal calcio, attraverso una intercettazione telefonica in dialetto dello stesso Bellavista. “Sono dei cagasotto” aveva detto il giorno successivo all'incontro. Dieci anni di lungo calvario, prima di essere assolto dalla giustizia ordinaria attraverso i tribunali di Modena e Piacenza e di essere dichiarato prescritto a Cremona. Ma sono gli effetti della giustizia sportiva ad essere un vero “terremoto devastante” per Signori. Nonostante la grazia concessa nel 2021 dal presidente FIGC Gabriele Gravina - cui Beppe è molto riconoscente - l'ex bomber lamenta le poche proposte concrete ricevute dai club del nostro calcio, un mondo di cui vorrebbe far parte: “in questi anni avrò ricevuto due telefonate da qualcuno che mi volesse offrire un ruolo. Proposte concrete, poche”.
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