Verso le Squadre B: costi, obblighi e regole. Come sarebbe il Bologna B?
Dal prossimo anno nasceranno le Squadre B ma per costi ed obblighi sembra un privilegio per pochi. Cosa potrebbe fare il Bologna con i suoi tesserati?
- di Alberto Bortolotti -
L'indonesiano Emil Audero potrebbe sbarcare a Bologna, al posto di Mirante, oppure schierarsi nella Juventus B che con ogni probabilità l'anno prossimo giocherà in terza serie. Con lui, esclusi i già affermati Orsolini e Kean, in un ipotetico 4-2-3-1 sarebbero schierati Vitale, Coccolo, Vogliacco, Zappa; Macek, Fernandes; Del Sole, Kastanos, Clemenza; Jakupovic. Si tratterà, peraltro, di adempiere a una serie di obblighi mica piccoli: una tassa di iscrizione di oltre un milione di euro, uno stadio a norma di Serie C (il Cavina, dove gioca la Primavera del Bologna, non lo è), e uno staff; allenatori, medici, fisioterapisti. Un impegno ma, come trapela da Casteldebole, una sorta di polizza assicurativa che il percorso di crescita dei ragazzi in tuo possesso sia controllato e certificato, piuttosto che mandarli sparsi qua e là senza garanzia di impiego e del fatto che siano seguiti accuratamente. Ma per tanti club "medi" un impegno, al momento, troppo gravoso, inaffrontabile. Nelle seconde squadre dei club di Serie A, nella prossima stagione, potranno essere iscritti 23 giocatori, di cui almeno 19 nati dopo il primo gennaio 1996, e quindi con meno di 23 anni. Gli altri quattro saranno “fuoriquota”. I giocatori potranno passare dalla prima squadra alla seconda, ma dopo cinque presenze con la prima non potranno più giocare nella seconda. La riforma entrerà a pieno regime dalla stagione 2019/2020, ma già nella prossima alcune seconde squadre saranno inserite con i ripescaggi nel caso di posti vacanti nel campionato di Serie C. I posti liberi saranno riempiti, nell’ordine, con una squadra B, una retrocessa dalla serie C e una squadra della serie D, e così via. Questo se le squadre di Serie A faranno in tempo a iscrivere le proprie seconde squadre: la scadenza è il 27 luglio. I criteri con i quali saranno compilate le graduatorie delle varie squadre per stabilire le priorità nei ripescaggi saranno definiti nelle prossime settimane.Come potrebbe schierarsi un ipotetico Bologna B? Immaginiamo un 4-2-3-1 con Sarr in porta, sugli esterni El Kaouakibi e Frabotta in uscita dalla Primavera, la coppia centrale formata da Brignani e Boldor (unico fuori quota), poi diga di centrocampo composta da Silvestro e Kingsley a supportare il terzetto Vassallo (protagonista di un'annta da 34 presenze e 7 gol con la Carrarese)-Valencia-Trovade (che ha finito l'anno a Malta) che agisca alle spalle del centravanti Krastev. Le seconde squadre potranno essere promosse in Serie B, ma non potrà mai giocare nello stesso campionato della prima squadra né in uno superiore. Se questa compresenza dovesse verificarsi, la seconda squadra dovrà partecipare al campionato inferiore. Se invece una squadra B dovesse retrocedere in Serie D, non potrà iscriversi al campionato dilettantistico ma dovrà aspettare e reiscriversi al campionato di Serie C successivo. C'è chi giudica la riforma interessante ma, al momento, troppo costosa e quindi troppo orientata ai soli grandi club. Buona, ma perfettibile. E chi contesta. La Lega di serie B: "contestiamo con forza il contenuto ed il percorso seguito dalla Federazione ... dannoso per la natura e la specificità della Serie B di valorizzazione dei giovani, territorialità dei club e competitività e regolarità del torneo. Con gravissimi danni economici per i club e di interesse per i tifosi”. I dilettanti: “A chi giova? Chi e cosa cè dietro? Chi ci guadagna veramente? Quali sarebbero i vantaggi? E le ultime giornate con città storiche che si giocano la vita e questi che fanno le sfilate di moda che succede? Ma semplicemente rifare il campionato De Martino no?”, ha twittato polemicamente Cristiano Lucarelli, ex attaccante del Livorno e oggi allenatore del Catania. Tutto si incrocerà con le manovre federali e con la fine vicina dell' "impero Malagò" e quindi il moltiplicarsi di iniziative "contro" di lui: in questa chiave va inquadrata la rivolta delle componenti tecniche della Federcalcio che candidano alla guida il sempreverde Giancarlo Abete. Tutto ciò senza la Serie A e quindi foriero di nuove polemiche. I numeri sono dalla parte dei rivoltosi, sarà interessante vedere sarà il primo squillo pesante della campagna elettorale per la nuova presidenza CONI.
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