Moratti-Saras, perquisizioni della procura: coinvolgimento Isis per il petrolio?
La procura antiterrorismo vuole vederci chiaro: le rivelazioni di Repubblica sul caso
Momento difficile per Massimo Moratti e Saras, società controllata per il 40% dalla famiglia dell'ex presidente dell'Inter. Secondo l'edizione odierna di Repubblica, il petrolio dei terroristi dell'Isis sarebbe finito nelle raffinerie sarde della Saras, precisamente a Cagliari. Ciò avrebbe consetito all'impresa di ammazzare il mercato, finendo così per frodare il fisco per 130 milioni.
Un'accusa pesante dato che i soldi sarebberero finiti nelle casse dell'Isis: c'è infatti da valutare un bonifico di 60 milioni di euro alla jihad. Gli organi e le persone sotto indagine vanno dal Cfo, Franco Balsamo, al capo dell’ufficio commerciale, Marco Schiavetti. Coinvolte nella vicenda la Petraco Oil Company e la Edgewaters, dove la Saras avrebbe inviato un bonifico da 14 miliardi.
Da li in poi, ci sarò un valzer di denaro: 4 milardi finiranno al governo federale curdo, nello specifico verso il ministero dell’Economia e delle Risorse naturali. Il petrolio era di loro proprietà. Poi però i pozzi finiranno alle milizie islamiche. Ecco cosa dicono i magistrati in merito:
"Dalla documentazione acquisita presso la filiale tedesca di Unicredit è emersa un’operazione di storno di 60 milioni effettuata dalla Edgewaters al governo curdo. Si può ragionevolmente ipotizzare seppure siano in corso i necessari approfondimenti che la restituzione del denaro sia dipesa dal fatto che la proprietà del greggio, in quel periodo, non era più curda ma dell’Isis".
SARAS NEGA LE ACCUSE - La società di Moratti ha voluto negare tutte le accuse con il seguente comunicato: "il nostro comportamento è stato inappuntabile. Nessun illecito: abbiamo fornito tutta la documentazione alla magistratura, a cui ribadiamo fiducia e collaborazione".