Nove giornate di alti e bassi, non rinvengo molta ratio in Soriano senza Palacio. Se c'è un progetto è di retroguardia!
Nel nuovo Director's Cut, si analizzano le prime 9 giornate di campionato del Bologna e di alcuni interpreti rossoblu
Tutta la città è infuriata per il doppio rosso, e tutta la città – rossoblu – ritiene che “diamo fastidio”. Il punto è interrogarsi a chi e che cosa. Perché finora il Bologna ha faticato a dare fastidio a Sassuolo e Verona, per quella supremazia – di base inutile – sulle “seconde”, cioè quelle che nelle coppe non vanno (se non sporadicissimamente) e non partecipano alla suddivisione della torta economica. Insomma quelle che, ogni anno, vanno un po’ indietro nella possibilità di competere ad alti livelli: se c’è un progetto, insomma, è di retroguardia.
Se sono bravi, i club come il nostro vendono giocatori poco strategici per non affogare nei debiti (esempio: Caputo per valorizzare Scamacca e Raspadori). Se sono bravi…un po’ meno, vendono Tomiyasu perché, forse, il patron si è un filo seccato di ripianare…e basta, e si rende poco conto del fatto che proprio su quei profili dovrebbe insistere e resistere un po’ di più. Con tutto che, proprio la gara con il Milan non ha dato solo pagelle negative - Valeri cattivo, il VAR ce l’ha con noi e nessuno ci vuole bene - ma ha valorizzato dei protagonisti (possibili) in una veste che nemmeno io pensavo tale.
9 giornate di alti e bassi. Di secchiate di gol subiti poche volte (quattro, con la sciagurata Coppa Italia: ah, già, non conta, ho sentito pure questo, se fossi un No Vax direi che è quello che propaganda il Mainstream) e di gestione difensiva accettabile in altri momenti. Il Bologna è dove dovrebbe essere, i 4 punti sottratti fanno sorridere come tutte le graduatorie ipotetiche, se si seguisse questa logica bisognerebbe risarcire più o meno tutti e i punti in classifica sarebbero come i marchi nella Repubblica di Weimar, l’inflazione se li divorerebbe, hai voglia a stamparli credendo di rimediare.
12 punti raccolti, media standard, decimo posto una lunghezza sopra il dodicesimo, assoluto margine di sicurezza sulle pericolanti e abituale abissale distacco dalle grandi. Il Bologna potrebbe scattare un’istantanea, diciamo, nel 2018 e mandarla in giro che il suo panorama urbano non cambia. Oh, a chi piacciono le basi solide siamo a un passo del trionfo. Chi ama l’imprevedibilità sarà viceversa un po’ annoiato. Eppure…
Ancora un attimo. Abbiamo vinto 1 delle ultime 5 gare, con la Lazio (squadra stanca e sperimentale, per quanto più forte e profittevolmente “rullata”). Due delle prime quattro. Abbiamo subito 14 reti su 19 in 3 partite, Inter, Empoli e Milan, diciamo che la Madunina batte la Maduneina 10 a 3. Comunque la cifra sopra significa che nelle restanti 6 partite abbiamo subito 5 gol: 2 con Salernitana e Genoa, 1 con Udinese. Zero con Atalanta, Verona e Lazio. Cioè terza, sesta e decima della Serie A appena finita, 69 punti complessivi più di noi, le conteniamo, in compenso ci seppelliscono una di C e una di B. Dov’è la logica? Boh, io non la trovo.
Non rinvengo molta ratio, a esser sincero, in Medel centrale comunque, in molti cambi, in Soumaoro, in Skorupski, in Soriano senza Palacio (chi la pazienza di leggermi ricorderà che a maggio, circa, invocavo invano la cessione sua e di Djiks, due di mezza età senza un futuro…da protagonisti ma con un buon presente da commercializzare. Solo che è più facile dare via un ventiduenne, ma così il diesse posso farlo anche io). Mi piace Arnautovic lottatore e perno temibile, però che tiri in porta, ogni tanto!
Trono invece molto interessante il lavoro fatto sul centrocampo (en passant: Viola lo avrei preso due mesi fa). Schouten rientra bene – e potrà essere ceduto a giugno senza troppi rimpianti, ritengo – Dominguez e Svanberg sono ora giocatori completi, su quei due lì Sinisa ha lavorato benissimo, bisogna riconoscerlo. Ora attendo un colpo di genio per non fare sentire del tutto corpo estraneo la carrettata di esterni offensivi che appesantisce le molle delle poltrone in panchina e le casse di Casteldebole. Con tutti i difetti, enormi dal punto di vista dell’ego, del carattere e del modo di porsi, il mister resta davvero l’unico lì in mezzo che ha a cuore un po’ di calcio. In piccole dosi, eh, ca n’esagereggna, ma uno, almeno, c’é. Sugli altri attendiamo sempre fiduciosi.
Dopo il Napoli, 4 gare per fare punti. Facciamo 8 in 5 partite? Terremmo la media, non soffriremmo troppo e almeno vedremmo qualche ragazzo che calca un campo glorioso come sarebbe piaciuto, chessò, a Romanino Fogli. E smetteremmo, spero, di fare sempre i NO-Ref. Nel panorama dei protestatari seriali del Bel Paese, non arrivano a competere per l’Europa League.