La Lazio pareggia contro il Sassuolo per 1-1 nell'ultima partita della stagione e ottiene il punto necessario per la qualificazione alla prossima edizione dell'Europa League, uscendo tra i fischi dello stadio Olimpico. Gli oltre 52.000 spettatori accorsi non lo hanno fatto per vedere la gara piuttosto insignificante in termini di classifica tanto quanto la scialba prestazione offerta dagli uomini di Tudor, ma per omaggiare il ritorno in Italia per l'occasione dell'allenatore del secondo scudetto biancoceleste nel 2000: Sven Goran Eriksson, oltre a celebrare Felipe Anderson prima del suo ritorno in Brasile al Palmeiras.

L'ex tecnico svedese settantaseienne nativo di Sunne ma cresciuto a Torsby, alla radio nazionale SR P1 nel gennaio di quest'anno ha comunicato di essere affetto da un tumore al pancreas in fase terminale e che gli resta un anno e poco più di vita nonostante l'inizio delle cure di chemioterapia. Prima il Goteborg con cui ha vinto il triplete dal 1979 al 1982, poi il Liverpool che ha coronato il suo sogno di sedersi in panchina ad Anfield per una gara, seguito dalla Sampdoria che ha allenato dal 1992 al 1997 ed infine il club del presidente Claudio Lotito ieri sera, gli hanno reso un commosso e probabile ultimo tributo in questi mesi.

La carriera di Eriksson in Italia

Agli esordi come tecnico stupisce la Svezia e l'Europa grazie al suo Goteborg che tra il 1979 e il 1982 conquista due coppe nazionali, un campionato svedese e soprattutto solleva al cielo la Coppa Uefa battendo inaspettatamente l'Amburgo in finale. Dal 1982 al 1984 si trasferisce in Portogallo al Benfica dove vince altri due campionati portoghesi e una coppa lusitana, ma fallisce il bis europeo arrivando di nuovo all'ultimo atto della competizione conquistata due anni prima.

il 3 luglio 1984 approda in Italia sulla panchina della Roma e vi rimane per tre anni fino al 1987, Nel triennio in giallorosso sfiora lo scudetto nella seconda stagione dopo una rimonta ai danni della Juventus, ma é fatale la sconfitta col già retrocesso Lecce per 3-2. Riesce a vincere una Coppa Italia prima di trasferirsi alla Fiorentina per due annate, per poi fare ritorno in Portogallo.

Dopo tre stagioni nuovamente alla guida del Benfica dove vince di nuovo il campionato ma si arrende al Milan in finale di Champions League, nel 1992 torna nel Belpaese e si insedia sulla panchina della Sampdoria dove rimane fino al 1997. Qui vive il tramonto dell'era Mantovani che aveva portato alla conquista dell'unico scudetto blucerchiato e conquista un'altra Coppa Italia nella stagione 1993-1994, oltre a raggiungere un terzo posto. Il 3 giugno 1997 firma per la Lazio dove vivrà l'epopea più vincente della sua carriera con 7 trofei vinti in quattro stagioni nella Capitale.

Sven Goran Eriksson
Sven Goran Eriksson sotto la curva nord della Lazio (ph. Image Sport)

L'epopea trionfale con la Lazio

Al suo primo anno sulla sponda biancoceleste del Tevere, Eriksson arriva settimo in campionato ma vince il primo trofeo dell'era Cragnotti con la vittoria della Coppa Italia nella doppia finale col Milan. Vede però sfumare il primo storico trofeo europeo per la Lazio a causa della sconfitta in finale di Coppa Uefa contro l'Inter di Ronaldo. Si rifà nell'annata successiva quando dopo aver conquistato la Supercoppa Italiana contro la Juventus all'inizio della stagione 1998-1999 ed aver visto sfumare il sogno scudetto a favore del Milan, trionfa in Coppa delle Coppe battendo il Mallorca di Hector Cuper per 2-1 con i gol di Vieri e Nedved.

Un altro storico trofeo europeo arriva in apertura della stagione 1999-2000 quando a Montecarlo, i biancocelesti grazie ad un gol di Marcelo Salas battono il Manchester United e vincono la Supercoppa Europea. L'annata trionfale si concluderà con la conquista del secondo tricolore in campionato dopo aver recuperato ben 9 punti di distacco alla Vecchia Signora, grazie al gol realizzato dall'ex difensore del Perugia Alessandro Calori nel pantano dello stadio Renato Curi all'ultima giornata. Pochi giorni dopo arriva anche la conquista della terza Coppa Italia.

La stagione 2000/2001 é la quarta per l'allenatore di Torsby. Si apre con la conquista della seconda Supercoppa Italiana ma per lui sarà l'ultimo trofeo. L'annuncio del suo ingaggio come tecnico della nazionale inglese destabilizza la squadra e in campo i risultati ne risentono: dopo la sconfitta nel derby contro la Roma e quella contro il Napoli del 7 gennaio, il 9 gennaio 2001 Eriksson rassegna le dimissioni venendo sostituito da Dino Zoff. I biancocelesti chiudono il campionato al terzo posto e lui il suo rapporto col campionato italiano.

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