Dalla quarantena al ritorno dei tifosi degli stadi: Roberto Vanicelli, membro del Cts, ha aperto a importanti modifiche del protocollo di sicurezza Uno dei nodi ancora irrisolti in vista della ripartenza del campionato, in Italia, è quello della quarantena. Il presidente della FIGC Gravina ha anticipato nel pomeriggio di ieri che nei prossimi giorni verrà richiesta nuovamente al Comitato Tecnico Scientifico una modifica dei giorni di isolamento da scontare al momento dell'eventuale riscontro di una positività al virus Covid-19 all'interno di una squadra. A rispondere nella giornata di oggi al numero uno della Federcalcio è stato Roberto Vannicelli, membro della sezione sport del Cts. In un intervento a Radio Punto Nuovo, quest'ultimo ha aperto alla rettifica dell'attuale protocollo di sicurezza, sia per quanto concerne la quarantena, sia anche per la presenza di un numero ridotto di tifosi negli stadi italiani: "Mi rendo conto che si sta temporeggiando, ma è anche vero che non abbiamo elementi di certezza nell'immediato futuro. Noi facciamo protocolli in scadenza a 15 giorni, anche quello dello sport ha una scadenza al 15 giugno, dopodiché si guarderà la curva epidemiologica guardando i dati. Mi aspetto che la curva continui a decrescere, quindi in netto miglioramento, purtroppo in Lombardia la curva cala con difficoltà. Dobbiamo pensare alla salute globale e rispettare la curva lombarda che non è totalmente positiva. Sono certo che la situazione migliorerà e mi aspetto un'apertura, ma per quanto riguarda il pubblico, non c'è possibilità prima della fine di questa stagione. O quanto meno, molto ristretto: su uno stadio di 30.000, magari potrà entrarne un terzo. Riapertura in agosto? Il problema sono le condizioni climatiche, quindi bisognerà disporre degli orari congrui per non danneggiare tifosi o giocatori. Credo che agosto sarà il periodo migliore, perché abbiamo acclarato che il caldo abbatte il virus. Come risolvere il protocollo? L'unica soluzione è fare tamponi molto ravvicinati per tutti gli addetti, al massimo uno ogni 48 ore. Una volta svolti, ci sarà un abbattimento del rischio molto importante, dopodiché si potranno fare altri ragionamenti. È pensabile che un guarito, può rientrare in gruppo, anche se non passano 14 giorni. L'iter che possiamo immaginare, oltre ai campioni ravvicinati, è ipotizzare che il positivo venga immediatamente allontanato e se l'intera squadra ha tampone negativo, il gioco è fatto. Il tutto si potrebbe racchiudere in 96 ore di quarantena. Io sono una parte del CTS, è ragionevole pensare che possa essere una strada percorribile. Mi auguro possa andare a finire così, sarebbe un'ottima iniezione di fiducia per una ripresa alla quasi normalità".
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