Nuovo scossone in casa Uefa. Questa mattina, infatti, Zvonimir Boban ha rassegnato le proprie dimissioni esprimendo disaccordo sul cambio di Statuto proposto da Ceferin, che consentirebbe al presidente di ricandidarsi oltre il 2027.

L'ex campione del Milan e della Croazia, "Head of football" a Nyon, ha annunciato le dimissioni senza richiedere alcuna buonuscita. 

Terremoto all'Uefa: Boban si dimette alla vigilia del Congresso dell'8 febbraio

Zvonimir Boban era stato nominato "Head of football" dal presidente Aleksander Ceferin nell'aprile 2021 e si è occupato, tra l'altro, della creazione del Football Board Uefa e del Youth Football Forum. La sua uscita di scena rappresenta una perdita significativa per Nyon, specie ora che il massimo organismo europeo del calcio affronterà le conseguenze della sentenza della Corte Ue, permettendo ai privati di creare un torneo come la Superlega, in conflitto con la Champions. 

Alla base delle sue dimissioni dalla Uefa ci sarebbe la revisione degli Statuti sui termini presidenziali. Un cambio che Boban che ritiene incompatibile con i valori dell'Uefa. 

Dopo l’elezione nel settembre 2016, Ceferin aveva introdotto il limite dei tre mandati presidenziali. Di conseguenza nel 2027 non avrebbe potuto ripresentarsi. Il Congresso di Parigi dell'8 febbraio dovrà votare su questo cambio, che consentirebbe a Ceferin una nuova rielezione, contravvenendo al limite di dodici anni.

Aleksander Ceferin
Aleksander Ceferin, presidente dell'Uefa (ph.Image Sport)

La lettera di dimissioni di Zvonimir Boban

“Ho parlato e discusso con il presidente dell'UEFA riguardo ad un problema nato durante l’ultimo meeting dell’Esecutivo ad Amburgo. Si tratta di una proposta al Congresso di febbraio prossimo, per modificare lo statuto dell'UEFA e consentire allo stesso Presidente di potersi candidare nuovamente dopo questo mandato che doveva essere il suo ultimo. Dopo aver manifestato la mia più grande preoccupazione e il mio totale dissenso, il Presidente mi ha risposto che per lui non c’è nessun problema legale né tantomeno etico morale - e che avrebbe perseguito senza alcun dubbio la propria aspirazione. Paradossalmente nel 2017 è stato proprio Ceferin a proporre e avviare un pacchetto di riforme che negavano chiaramente tale possibilità: regole che dovevano proteggere l’Uefa e il calcio europeo dalla ‘bad governance’ che è stata per anni il ‘modus operandi’ di tutto il vecchio sistema. È stata una cosa straordinaria per il calcio e anche per Ceferin stesso. Questo distacco da quei valori cancellando le riforme più importanti e sorprendente ed è incomprensibile, soprattutto in questo momento. Capisco bene che nulla è ideale, tantomeno Io, e so bene che bisogna accettare la logica del compromesso, ma di fronte a questo fatto, se lo accettassi, andrei contro i principi e i valori comuni in cui credo fermamente. E non faccio il fenomeno, perché di certo non sono l’unico a pensarla così. In questi tre anni il rapporto e la collaborazione con Aleksander e con tutti i colleghi in Uefa è stata ottima. Li ringrazio per questo augurando loro tutto il bene possibile. Dispiace tanto ma, a malincuore, lascio Uefa…”.

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