Andriola: "La meteorologia il mio destino, sport e ciclismo mi hanno trovato. Un mito? Pantani"
Stefania Andriola giornalista e volto noto TV, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni della sua passione per il meteo, lo sport e il ciclismo
Cielo, terra e Stefania Andriola, cosa lega questi tre “elementi”?
Ti riferisci per caso alla meteorologia? Perché l’immagine che mi è subito venuta alla mente è quella di una Stefania che con i piedi ben piantati a terra, guarda il cielo per capire se le previsioni comunicate in diretta sono corrette!
Quando il meteo è entrato nella vita di Stefania?
Lavorare in un centro meteorologico credo fosse un po' nel mio destino. Ricordo che da piccola passavo ore con il naso appiccicato alla finestra della mia cameretta, guardando il cielo e le nuvole passare, tanto che mio padre mi chiamava "la mia Bernacca". Lavoro a Meteo Expert e con Meteo.it da febbraio 2010: nel centro meteorologico era nata l'esigenza di affiancare agli studiosi, i giornalisti per creare una vera e propria redazione che si occupasse non solo delle previsioni del tempo ma anche di cambiamenti climatici, green, sostenibilità, nuove tecnologie ecc...La sinergia tra giornalisti e meteorologi ha determinato un nuovo modo di comunicare questa materia.
Cosa rappresenta lo sport per Stefania?
La prima parola che mi viene mente è libertà. Per me lo sport è essere libera di essere me stessa, a contatto con la natura. Fare sport poi è anche la mia valvola di sfogo nelle giornate no, nel periodo del Covid definivo andare in bicicletta “il mio antidepressivo naturale”. Poi è condivisione, infatti lo pratico insieme agli amici più cari che fanno parte della mia vita, ed è una sfida con me stessa per riuscire a raggiungere piccoli traguardi quotidiani.
È stato lo sport a trovare Stefania o il contrario?
Da bambina odiavo le lezioni di educazione fisica: ricordo di aver preso addirittura un “gravemente insufficiente” nella corsa campestre perché, invece di correre, l’insegnante mi aveva scoperta nascosta dietro un albero. La passione per lo sport è iniziata intorno ai 20 anni ed è cresciuta sempre più. Lavorare come giornalista in diverse manifestazioni sportive mi ha permesso di vivere da vicino le emozioni di grandi personaggi legati a corsa, ciclismo, calcio. È stato proprio il mio lavoro per il Giro d’Italia a farmi amare sempre più le biciclette, quelle utilizzate dai professionisti, a spronarmi nel superare i miei limiti, soprattutto mentali… Quindi direi, per tornare all’inizio, che è stato lo sport a trovarmi.