Milano è avversaria quasi impossibile ma la Virtus prova fino all'ultimo minuto a restare in partita. Prova maiuscola di Slaughter nel 67-73 finale

- di Marco Vigarani -

Dopo aver fatto tremare e quasi battuto i campioni in carica di Venezia, la Virtus ci ha provato anche stavolta ma Milano è una montagna quasi impossibile da scalare. La profondità della panchina, il talento complessivo e l'attitudine vincente sono tutti aspetti sui quali il club di Zanetti e la squadra di Ramagli devono ancora lavorare a lungo prima di poter competere a tale livello. Si salva però ancora una volta la mentalità di un gruppo che non si arrende praticamente mai e che anzi si esalta di fronte alle sfide più dure. Il punteggio finale recita 67-73 e testimonia abbastanza chiaramente gli sforzi bianconeri di fronte allo strapotere dei ragazzi di Pianigiani.Il nuovo parquet del PalaDozza viene inaugurato da una sfida storica che ruba chiaramente spettatori al calcio nonostante la contemporaneità con il misero Bologna. I tifosi bianconeri riempiono gli spalti, caricano la squadra con una bella coreografia ma assistono anche all'immediata fuga di Milano che porta praticamente subito al doppiaggio dei padroni di casa. Gara ampiamente indirizzata nonostante la vena realizzativa di Slaughter e la Virtus affonda defintivamente fino al -21 per poi faticosamente provare a rimettersi in piedi. Arrivano così due break bianconeri in cui Gentile e Lafayette affiancano il centro virtussino senza riaprire la partita ma ricucendo almeno lo strappo a dimensioni accettabili (-10 sul 26-36). Dopo l'intervallo lungo Gudaitis prova a guidare una nuova fuga meneghina ma stavolta le Vu Nere non ci stanno e così, aggrappate al solidissimo Slaughter, trovano canestri importanti anche da Aradori che risponde ai canestri inventati da Jarrels e Tarczewski. Si arriva così alla frazione decisiva con Baldi Rossi e Ndoja che provano a lottare sotto canestro senza grande successo ma la Virtus che comunque rientra sotto la doppia cifra di svantaggio. Anche grazie alla difesa di un encomiabile Pajola dal -7 si riesce ad arrivare addirittura al -4 dei minuti finali che però non trova i bianoneri capaci di sfruttare le occasioni avute per mettere davvero paura a Milano. Ecco le parole di coach Ramagli nel postpartita: "Loro in questo momento sono un treno in corsa e tenerli a 73 punti significa aver dato tutto quello che avevamo dentro. Non abbiamo iniziato bene ma quando abbiamo trovato il passo giusto l’abbiamo rimessa in piedi vincendo gli ultimi due quarti e quasi pareggiando il secondo. Quando contava poi Milano ha messo canestri o preso rimbalzi importanti: bravi loro. Penso comunque che abbiamo fatto una buona prova e che da parte nostra ci sia stato grande orgoglio dal mio punto di vista. Resta il rammarico, ma anche rendiamo merito a chi questa partita l’ha controllata da squadra di rango". VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – EA7 EMPORIO ARMANI MILANO 67-73 (11-22, 28-40; 47-54) VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA: A. Gentile 8, Jurkatamm ne, Umeh 7, Pajola, Baldi Rossi, Ndoja 6, Lafayette 12, Aradori 13, Lawson 4, Slaughter 17. All. Ramagli. EA7 EMPORIO ARMANI MILANO: Goudelock 4, Micov 10, Tomba ne, Pascolo 2, Tarczewski 10, Kuzminskas 7, Cinciarini 8, Cusin ne, Abass Abass 2, Bertans 9, Jerrells 9, Gudaitis 12. All. Pianigiani.
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