Siamo soltanto alla terza giornata e addentrarsi in giudizi potrebbe essere pericoloso, certo è che l'ultimo turno di campionato ci ha fornito ulteriori dettagli e lasciato importanti conferme.

La prima è molto chiara: al momento, le milanesi hanno un altro passo gara. Partiamo dal Milan, e bisogna subito fare i complimenti a Stefano Pioli perché in pochissimo tempo è riuscito a dare un'identità a una squadra praticamente nuova, con gli acquisti che si sono subito integrati alla perfezione. Qualcuno, però, è sorpreso dal rendimento e dall'esperienza di Ruben Loftus-Cheek e Christian Pulisic. Ma sorpresi di cosa, esattamente? Entrambi venivano dal Chelsea, entrambi sono calciatori di caratura internazionale e non talenti da scoprire pian piano. I dubbi, semmai, potevano essere sul loro stato fisico, ma non sul carisma che stanno portando in campo, perché sono nati e cresciuti leader. Una rivelazione potrebbe essere Tijjani Reijnders, che non sbaglia un passaggio nemmeno se volesse farlo volontariamente. I rossoneri si divertono, hanno ottime trame di gioco, quelle che sono mancate lo scorso anno e hanno il coraggio di imporsi anche su campi difficili, come quello di Roma. Dall'altra parte della città c'è l'Inter, che ha strapazzato con un poker la Fiorentina e ha dimostrato di volere a tutti i costi la seconda stella. Qui c'è un discorso più limitato da fare, perché anche i nerazzurri hanno cambiato molto ma la corazza è rimasta più o meno la stessa. Qualità ma soprattutto quantità, un Marcus Thuram che segna, fa assist, si fa travolgere, e chissà cosa potrebbe fare ancora. 

Bene le milanesi, male il Napoli. Già nelle prime due i partenopei avevano vinto, sì, ma non con quella convinzione ed eleganza che aveva contraddistinto la squadra dello scorso anno. Con la Lazio, probabilmente, gli azzurri hanno capito due cose. Prima cosa: in panchina non c'è più Luciano Spalletti ma Rudi Garcia, e la flotta sembra aver perso il suo capitano e proprio contro la Lazio se ne sono accorti per la prima volta. Manca quella scintilla che l'anno scorso era stata vitale. Secondo punto: Kim non è stato sostituito. Punto. C'è Natan, che evidentemente non è pronto, ma la coppia Rrahmani-Juan Jesus non è una coppia degna per una squadra che ha appena vinto lo scudetto. Anche Kvara sembra leggermente in down, ma qui magari c'è tempo per recuperare. Per i primi due problemi, chissà.

Arriviamo alla Juventus, che vince contro l'Empoli una partita che era da vincere ma continuando a dimostrare ancora molto poco. Certo, Massimiliano Allegri non ha mai avuto un gioco degno di definirsi tale, ma già che i bianconeri portino a casa queste vittorie sporche fa notizia, soprattutto dopo l'ultima travagliata stagione che ha rimesso in discussione tutto. E proprio nell'ultimo campionato, a Empoli, la Juve perse 4-1. Il gioco continua dunque a non esserci, ma almeno i bianconeri hanno ricominciato a vincere.

Infine, la Roma. E non potevamo concludere nel modo peggiore. C'è Lukaku, sì, ma manca una squadra intera. Individualmente le potenzialità dei calciatori potrebbero anche essere importanti, ma i giallorossi hanno un collettivo che non esiste. Zero idee di gioco contro il Milan, una squadra spaventata che si è comportata come se stesse giocando un'amichevole, arrendendosi dal primo all'ultimo minuto. L'anno scorso la squadra è stata trascinata dai tifosi, il sentore è quest'anno nemmeno loro possano colmare le evidenti lacune della squadra di Josè Mourinho. E questo è un grave problema che dimostra il calo del tecnico portoghese negli ultimi anni.

 

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