Agroppi demolisce mito calcio italiano: “Persona che butterei in un pozzo, gufavo sua squadra”
Le parole durissime rilasciate dall‘ex allenatore a Quotidiano Nazionale
L’ex allenatore della Fiorentina, Aldo Agroppi, non si è mai tirato indietro per quanto riguarda i giudizi circa personaggi dello sport a lui non congeniali. Ex calciatore del Torino di grande spessore, Agroppi ha poi tentato la carriera di allenatore con la Fiorentina finendo per non proseguirla, per via di alcuni dissapori con i calciatori viola dell’epoca.
La storica antipatia di Agroppi nei confronti della Juventus
L’ex allenatore non ha mai avuto simpatia per un club in particolare: la Juventus. Negli anni, sono state tantissime le critiche rivolte alla squadra bianconera, critiche che hanno fatto di Agroppi una sorta di riferimento per quanto concerne l’anti juventinismo. Durante un’intervista rilasciata a Quotidiano Nazionale nel 2008, l’ex tecnico rilasciò alcune dichiarazioni al veleno nei confronti di uno dei suoi “nemici” storici: Marcello Lippi. Il giornalista di Quotidiano Nazionale, fece una domanda sulla Nazionale allenata da Lippi, la quale doveva affrontare Cipro e Georgia durante le qualificazioni ai Mondiali 2010. La risposta dell’ex allenatore toscano fu lapidaria:
“La Nazionale gioca con Cipro e Georgia? L’argomento non mi interessa, ovvero non mi interessa un’Italia allenata da una certa persona’.
Il giornalista ha poi proseguito l’intervista domandandogli: D’accordo ma quella persona si chiama Marcello Lippi e può emulare Vittorio Pozzo, ovvero vincere due mondiali di seguito…
Agroppi rispose con una battuta pesante per la quale Il Pallone Gonfiato si dissocia: ‘Io a quella persona auguro di finire nel pozzo…’.
Le parole di fuoco di Agroppi contro la Juventus
Poco tempo fa, l’ex calciatore descrisse i bianconeri con le seguenti parole a Il Corriere Fiorentino. Dichiarazioni che testimoniano le vecchie ruggini con la società piemontese:
“La Juventus è sempre stata un misto di arroganza, potere, di forza da tirare fuori sempre al momento giusto. Per decenni si sono crogiolati con la storia di non essere mai retrocessi ed invece era una balla colossale perché nel 1913 arrivarono ultimi nel loro girone, con appena una vittoria, un pareggio e ben otto sconfitte. Solo che guarda caso con un’abile opera diplomatica fecero in modo di abolire proprio in quell’anno le retrocessioni e pensare che ancora non erano arrivati gli Agnelli…”