Il riassunto del match tra Hellas e Bologna. Dawidowicz, gara da incubo e rosso. Sansone apre la gara al 15' su rigore. Veloso pennella il pari su punizioneFinalmente ci siamo. La terza domenica di agosto veste Serie A, nell’attesissima edizione 2019/2020. Allo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona, a rubare la scena al match tra Hellas e Bologna è senza ombra di dubbio Sinisa Mihajlovic, pronto a sostenere il proprio team da vicino in un periodo non semplice a causa del grave problema di salute certificato a inizio estate. Dopo una pre-season vissuta a distanza dai terreni di gioco, il tecnico dei felsinei dimostra ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, di essere il primo guerriero per i colori rossoblu, pronto a dare un ulteriore schiaffo alla malattia e a guidare i suoi ragazzi dalla panchina. La palla passa al campo, dove il Bologna è chiamato a dare la prima risposta stagionale ai 2200 caldissimi tifosi arrivati al Bentegodi dal capoluogo emiliano. Davanti al 3-4-2-1 disposto da Ivan Juric, gli ospiti si schierano col consueto 4-2-3-1: se Dijks, Denswil, Danilo e Tomiyasu compongono la retroguardia a protezione di Skorupski, Poli e Kingsley fanno da collante con la robusta trequarti formata da Orsolini, Soriano e Sansone, pronti a imbeccare il terminale d’attacco Rodrigo Palacio. Passano una manciata di secondi dal fischio di Giua e a mettere in difficoltà i padroni di casa è un retropassaggio gialloblu apparentemente innocuo, ma reso una potenziale palla gol per Palacio dalla sfortunata scivolata di Dawidowicz. Il portiere Silvestri, tuttavia, è lucido nell’anticipare l’avversario e trasformare il pericolo in possesso. La risposta dell’Hellas non si fa attendere: al 5’, infatti, Verre riceve palla sulla trequarti e, sollecitato dagli spalti, carica un destro tanto forte quanto distante dalla porta difesa da Skorupski. L’imprecisione del Bologna si dilegua nell’aggressività degli avversari fino al 13’, minuto in cui il match cambia completamente copione: il lancio da dietro di Danilo diventa un assist al bacio per Orsolini, scaltro e rapido a rubare il tempo all’impacciato Dawidowicz, il quale, come se non bastasse, atterra da dietro il rivale. Per il direttore di gara non ci sono dubbi: rigore ed espulsione del polacco. Dal dischetto, Sansone è glaciale nel battere Silvestri e portare in vantaggio i suoi sotto i fischi assordanti dei supporter gialloblu. Juric corre ai riparti o almeno prova a farlo: fuori Zaccagni, dentro il neo arrivato Bocchetti. Al 18’, a finire sul taccuino degli ammoniti da Giua è Liam Henderson dopo un brutto fallo ai danni di Tomiyasu. Il protagonista assoluto dell’incontro è il nervosismo dei giocatori in campo, le cui azioni vengono interrotte di frequente dal direttore di gara per gli eccessivi eccessi di foga e conseguenti falli ai danni degli avversari. Al 25’, il Bologna sfiora il raddoppio con Soriano, che, tenuto in gioco dalla disastrosa difesa rivale, scappa alle spalle del proprio marcatore prima di calciare un sinistro rasoterra ben deviato in angolo dall’attento Silvestri. Due giri d’orologio più tardi, è Palacio a rendersi pericoloso con un destro insidioso deviato da Rrahmani. Il portiere dell’Hellas deve impegnarsi per spedire in corner la sfera. Al 37’, succede quello che non ti aspetti: un inutile fallo commesso da Poli su Kumbulla diventa un assist infallibile per chi delle punizioni è un vero e proprio intenditore. Miguel Veloso, infatti, dal limite dell’area rossoblu, pennella una traiettoria imparabile per Skorupski, il cui volo non può sbarrare la porta all’1-1 dell’Hellas per la ritrovata gioia del pubblico di casa. L’ultima insidia della prima frazione di gioco è di colore rossoblu: al 46’, Soriano crossa dalla destra per l’inserimento di Orsolini, che di testa non inquadra la porta per questione di centimetri. Nel secondo tempo, Juric fa capire di voler difendere il risultato: al 48’, Sofyan Amrabat prende il posto di Valerio Verre e si dispone a protezione della retroguardia gialloblu. Sinisa Mihajlovic risponde, poco più tardi, con forze fresche in attacco, richiamando in panchina l’autore del primo gol Sansone e spedendo in campo Federico Santander per dare ulteriore peso ad una manovra di gioco diventata lenta e prevedibile. L’andamento dell’incontro non cambia: nonostante la continua densità creata nella campo avversaria, il Bologna non riesce ad incidere come dovrebbe alla luce dell’inferiorità numerica avversaria. Il continuo possesso palla rossoblu a ridosso dell’area dell’Hellas si infrange nella staticità degli esterni e i pochi cross messi al centro dai terzini si fanno notare più per imprecisione che per potenziali assist per le punte. Al 65’ Denswil stoppa fallosamente la ripartenza avversaria finendo sul taccuino dei cattivi di Giua. Al 69’ i felsinei sfiorano il vantaggio su palla inattiva. Il corner battuto forte e tagliato dalla destra viene deviato di testa dal Ropero Santander, che, però, non trova l’angolo lontano per questione di centimetri. Al 70’, Palacio abbandona il terreno di gioco a beneficio di Mattia Destro; sette minuti più tardi, Dzemaili prende il posto di Kingsley per dare fantasia a una manovra alquanto macchinosa. Il risultato, però, non cambia nello score. All’81’ il neo entrato Destro si fa ammonire per un’entrata in ritardo sull’avversario. La confusione regna sovrana nei giri d'orologio finali di una gara a dir poco bloccata. Juric capisce di avere in mano un punto preziosissimo e ne consolida il controllo sostituendo Tutino con Gunter. Mihajlovic capisce che il destino del match è ormai segnato ed abbandona la panchina nel primo dei quattro minuti di recupero assegnati dal quarto uomo. La pioggia di applausi di tutto il Bentegodi per il tecnico del Bologna è l'ultimo sussulto della gara, che, al triplice fischio finale di Giua, si spenge sull'1-1 per la gioia dei padroni di casa e i rimpianti dei rossoblu.
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