Vulpis a Il Pallone Gonfiato: "Juventus? Non può aver fatto tutto da sola. Il valore economico di Maradona sarebbe stato..."
Intervista esclusiva all'esperto di economia dello sport, Marcel Vulpis. Dall'inchiesta Juventus fino all'evoluzione del business nel mondo del calcio
Noi del Il Pallone Gonfiato abbiamo avuto il piacere di intervistare Marcel Vulpis giornalista professionista ed esperto in Economia dello Sport.
Nel 2004 ha fondato l’agenzia “Sporteconomy.it”, di cui ne è Direttore responsabile e leader nel mercato dell'informazione economico-sportiva. Recentemente ha ricoperto il ruolo di Vicepresidente vicario della Lega Pro e in seguito di Presidente facente funzioni. Docente IULM per il Master in Marketing e Management dello Sport e Università Tor Vergata-Roma Due. Vanta una lunga e ricca carriera nel mondo dello sport.
Ciao Marcel è un piacere scambiare due parole con te. Iniziamo dalla tua ultima avventura nella Lega Pro in cui hai ricoperto il prestigioso ruolo di Vicepresidente Vicario e poi Presidente facente funzioni. Raccontaci questa bellissima esperienza.
“E' stata un'esperienza unica, che è iniziata poco più di due anni fa entrando nella "squadra" dell'allora Presidente Francesco Ghirelli, al suo secondo mandato, ma di fatto dirigente di lungo corso del calcio italiano. Con lui ho avuto modo di imparare molti aspetti del lavoro dirigenziale all'interno di una struttura professionistica di calcio come la Lega Pro, la Lega più numerosa in termini di club/associati iscritti d'Europa. Una realtà che, sin dal primo giorno, ho cercato di vivere nel modo più corretto: ovvero relazionandomi in modo stretto con i dirigenti e i tesserati. Visitando le loro strutture, parlando con loro, ma soprattutto ascoltando le loro istanze ed esigenze. La Lega Pro è una impresa che gestisce risorse annue per 42 milioni di euro. Un fatturato importante soprattutto se fossimo in un altro comparto industriale (diverso dal calcio). Nei 53 giorni da "reggente" ho sempre operato nel rispetto delle regole, trattando tutti i club anche quelli che non mi hanno votato (alla fine) nel modo più corretto. Sono uscito sconfitto elettoralmente ma sicuro di aver fatto un bel lavoro in questi due ultimi anni. E questa è la cosa più importante. I miei 15 voti possono sembrare pochi ma non lo sono, anzi”
Occupandoti di Economia dello sport, cosa ne pensi del caso plusvalenze della Juventus e dell’inchiesta manovra stipendi?
“Penso che dobbiamo attendere le risultanze dei giudici (sportivi e non solo) e non dare mai giudizi affrettati. Certamente bisogna capire cosa è successo concretamente. Non credo però che la Juventus possa aver compiuto questi atti da sola. Non credo ancora agli asini che volano in cielo”
Il Napoli è Campione d’Italia, un bellissimo traguardo per il popolo partenopeo che dopo 33 anni di lunga attesa ha potuto festeggiare questo terzo scudetto. Luciano Spalletti è riuscito in questa grande impresa, ma è anche vero che è stata una stagione in cui le Big come Inter e Milan hanno avuto molti alti e bassi. Cosa ne pensi?
“Sono felicissimo per il Napoli. Quest'anno è stata la squadra migliore in Italia e soprattutto con il gioco migliore. Giusto l'epilogo e la conquista di questo terzo scudetto. L'Inter dal canto suo adesso si può concentrare, insieme alla Roma e alla Fiorentina, alla finale europea (nel caso specifico a Istanbul contro il Manchester City fresco vincitore della Premiership). Il Milan forse è la delusione maggiore delle tre. Ha avuto molti alti e bassi e il finale di stagione, come la sconfitta in campionato contro lo Spezia non è un bel segnale. I rossoneri sono anche a rischio coppe europee nella prossima stagione. L'ultimo scudetto del mister Pioli è stato un bel risultato ma restare ad alti livelli è ancora più difficile”.
Restando in tema Napoli, nessuno come te ci può spiegare come si è evoluto il business nel mondo del calcio e di come era ai tempi del grande e indimenticabile Diego Armando Maradona.
“Posso solo risponderti dicendoti che se oggi Diego Armando Maradona fosse vivo avrebbe una valorizzazione di mercato e in termini di immagine sicuramente superiore a CR7 e la Pulce. Il mondo del calcio si è evoluto in chiave marketing e di business dai primi anni '80 (se parliamo di sponsorizzazioni di maglia) e dagli anni '90 se analizziamo il mercato dei diritti tv oggi "audiovisivi".
"Oggi tutti i principali team sono alla ricerca del cosiddetto top player per far volare i ricavi, soprattutto a livello di merchandising e ticketing, ma nel futuro vedrete che ci sarà una ulteriore evoluzione (nella direzione restrittiva del termine) sul fronte dei diritti di immagine degli atleti. Aurelio De Laurentiis, n.1 del Napoli, già da alcuni anni quando fa firmare un contratto ad un suo tesserato avoca a sè tutti i diritti di immagine dello stesso. Secondo me fa bene perchè così il progetto marketing del club non solo è più tutelato ma si evitano anche attività commerciali (in contrasto con i partner della società). Non nascondiamoci dietro il dito: spesso questi top player siglano accordi con brand concorrenti dei principali sponsor della squadra. E questo non solo non va bene ma riduce le potenzialità di ricavi della squadra nel suo complesso”.
Qual è il calciatore della Serie A, che quest’anno potrebbe essere l’uomo mercato? Si parla molto di Osimhen dopo la stagione incredibile che ha fatto al Napoli, hai qualche indiscrezione?
“Non conosco bene le scadenze di molti contratti, ma chiaramentealmeno il 50% della "rosa" del Napoli oggi valorizzata in più di 450milioni di euro può essere interessante per qualsiasi altra squadra rivale. E' chiaro che su Osimhen ci sono i riflettori accesi. E' un crac interessante per molte squadre della serie A”.
Concludendo, l’Italia si è ufficialmente candidata per ospitare Euro 2032, ci sono novità a riguardo?
“Sarà una sfida molto difficile. La nostra rivale diretta è la Turchia. Adesso dobbiamo aspettare il ballottaggio elettorale, perchè una sconfitta di Erdogan potrebbe favorirci. Su un tema i turchi sono avanti rispetto a noi: gli investimenti presenti e futuri sul terreno degli stadi. In Italia invece è il nostro tallone d'Achille e ancora non si è trovata una strada per superare la burocrazia imperante. La stessa Juventus ci ha messo 11 anni dal momento dell'annuncio del progetto. Una eternità senza senso oltre che molto pericolosa per lo sviluppo dell'intero settore. In Ucraina la Donbass Arena dello Shakhtar Donetsk è stata costruita in appena 3 anni. Solo il conflitto russo-ucraino ha messo in ginocchio questa struttura”
Grazie Marcel per questa chiacchierata interessante e piacevole
“Grazie a voi”.