Il Foglio attacca De Laurentiis: "L'unico rimasto con il guizzo da sceneggiata e l'amore per il microfono"
Il giornalista Maurizio Crippa, supportato dalle critiche del quotidiano Il Foglio, si sofferma sula mancanza di una strategia alternativa da parte di Aurelio De Laurentiis.
Il quotidiano Il Foglio ha rivolto pesanti critiche ad Aurelio De Laurentiis e ai suoi "alleati" nel mondo del calcio, definendo la loro reazione all'assegnazione dei diritti tv per la Serie A come una sceneggiata priva di un piano alternativo. Secondo Il Foglio, l'unico a recitare la sua parte in questa commedia è stato De Laurentiis, rimasto senza strategia di fronte all'accordo tra Dazn e Sky.
Diritti TV Serie A, il giornalista Maurizio Crippa commenta le dichiarazione di De Laurentiis
Nel commentare le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis sul futuro del calcio dopo l'assegnazione dei diritti tv, il giornalista Maurizio Crippa ha sottolineato che i 700 milioni di euro ottenuti dalla Lega Serie A grazie all'accordo con Dazn e Sky rappresentano una cifra considerevole, anche se non l'eldorado tanto sperato.
"I 700 + 200 milioni che la Lega Serie A è riuscita a farsi garantire quasi in articulo mortis per i prossimi cinque anni da Dazn e Sky non sono l’eldorado né lo sceicco bianco: ma sono parecchi, necessari e subito. L’alternativa era niente, un fico secco, e che le tv abbiano alzato in extremis l’offerta di un 200 e passa testoni è uno di quei segni del destino che manco la Smorfia napoletana riuscirebbe a interpretare".
Il giornalista ha criticato aspramente De Laurentiis e i suoi sostenitori per la mancanza di un piano alternativo e per la loro tendenza a fuggire davanti alle difficoltà, definendo il loro comportamento come uno schema ripetitivo e privo di concretezza.
"In ogni caso, la situazione era questa: ADL e i suoi “alleati” (darsela a gambe, il loro schema preferito) non avevano nessun piano alternativo né asso nella manica: il canale tv di proprietà della Lega (di chi?) non esiste, non c’era nessuna offerta (ha spiegato l’advisor Lazard). Tralasciando pure che in passato era stato proprio ADL ad aver ostacolato l’ingresso dei fondi finanziari nel calcio. Dire “il calcio muore” a che serve? È un po' come dire che i Campi Flegrei traballano: un’ovvietà e uno strillo populista, un gioco delle tre carte da vendere al baracchino fuori dallo stadio per illudere un po', un bonus 110 del pallone. Spariti i grandi patron, Aurelio De Laurentiis è rimasto l’unico con il guizzo da sceneggiata e l’amore per il microfono: ma tolto quello, il suo gridare contro un accordo che funziona come un boccaglio d’aria all’annegato, che significa?".