In esclusiva per Il Pallone Gonfiato ecco l'intervista ad Arturo Calabresi, giovane difensore che si sta ritagliando uno spazio importante nel nuovo Bologna Tra le principali sorprese positive di questo avvio di stagione del Bologna troviamo sicuramente Arturo Calabresi, difensore promettente arrivato dalla Roma e diventato durante il ritiro un'alternativa importante per mister Inzaghi che gli sta offrendo la possibilità di mettersi in mostra in Serie A. Dopo quattro gare consecutive da titolare e fresco di convocazione in Under 21, il giovane rossoblù si racconta ai microfoni del Pallone Gonfiato.Raccontaci la tua storia di romano e romanista che inizia come centrocampista per esordire poi in A proprio contro la Roma. "Giocavo in mezzo al campo fino a 14 anni: mediano e mezzala. Poi Mattioli ha iniziato a cambiarmi ruolo e mi sono consacrato come difensore con la Primavera di De Rossi. Giocavo sempre a quattro ma poi Cagni a Brescia e Stroppa a Foggia mi hanno insegnato tanto sulla linea a tre. Rapporti con Bologna? Onestamente solo con mio padre che interpretava il Dottor Balanzone nell'Arlecchino. Quando ti immagini l'esordio contro la Roma temi che le emozioni possano prendere il sopravvento ma poi cerchi di razionalizzare e portare al primo posto la concentrazione: sono contento di essere riuscito a gestire questo equilibrio psicologico". Avete affrontato una Roma in tono minore? "Non credo visto che dopo hanno fatto un bel filotto di vittorie. Vivevano un periodo particolare, il nostro compito era anche quello di saperne approfittare ed abbiamo disputato la partita perfetta. Non è scontato affrontare una delle squadre più forti del campionato riusciendo a concedere poco ma sfruttando le occasioni favorevoli. Penso sia stato un risultato importante per tutto il campionato". L'idolo è sempre Daniele De Rossi? "Sì ma non tanto per un discorso tecnico quanto umano. Apprezzo molto la persona ed il suo modo di affrontare lo spogliatoio e la piazza in modo autentico e genuino".A proposito della piazza: in giallorosso hai vissuto anche una contestazione ed invece a Bologna hai trovato sostegno incondizionato. Come ripagarlo? "Alla Roma ero soltanto aggregato alla prima squadra quindi non vivevo il quotidiano ma poi ho vissuto momenti difficili anche a Brescia, Livorno, Spezia e Foggia. Ho fatto un percorso che mi ha portato a conoscere diverse realtà ed approcci differenti da parte delle tifoserie. Qui sono stato colpito in positivo da come sono state affrontate le prime quattro gare: i tifosi ci hanno dato il loro appoggio ed un segnale forte. Sappiamo di avere la responsabilità di indossare una maglia storica e credo sia arrivato il momento di fare un altro pezzo di strada da qui in avanti. Ripartire dal quotidiano con un atteggiamento positivo per ottenere risultati importanti". Quale spiegazione vi siete dati di questo avvio complicato? "Abbiamo improntato la stagione esclusivamente sul 3-5-2, un modulo nuovo anche rispetto al lavoro fatto qui l'anno scorso. In più siamo anche in tanti arrivati in estate, compreso il mister, quindi è normale che serva tempo per abituarsi al nuovo stile di gioco. Abbiamo una media punti inferiore al punto a partita ma nelle ultime quattro gare l'abbiamo incrementata e dobbiamo proseguire così. È un campionato molto livellato in cui l'aspetto mentale avrà un ruolo fondamentale: penso che abbiamo tutte le carte in regola per essere superiori a tante squadre da questo punto di vista". Quali sono finora pregi e difetti del nuovo Bologna? "Partendo dagli aspetti negativi ammetto che a volte facciamo fatica ad imporre il nostro gioco, come è successo a Cagliari. Dobbiamo crescere a livello di personalità ma abbiamo calciatori carismatici che possono aiutarci ad esprimere questo aspetto del nostro carattere. Tra i pregi posso dire che siamo una squadra molto fisica e dobbiamo quindi sfruttare questo vantaggio. Inoltre ritengo che il periodo di ambientamento di alcuni ragazzi che magari vengono da altri campionati si sia concluso e presto vedremo un netto miglioramento".Con quali aspettative sei arrivato a Bologna e come stai crescendo? "Ho sempre lavorato dal primo giorno pensando di poter restare e far parte del gruppo. Volevo sfruttare questa occasione, ho svolto un buon ritiro e sono contento che società e mister abbiano apprezzato il mio impegno e la mia professionalità. Nell'ambito di una sana competizione quotidiana con ragazzi come Danilo, De Maio e Gonzalez mi ritengo molto fortunato a poter vivere la quotidianità con gente che sa allenarsi ed affrontare le partite nel modo giusto. Grazie a loro posso imparare tanto". Come si preparano invece partite come quelle contro Roma e Juventus? "Studiamo sempre le caratteristiche degli avversari con i loro pregi e difetti ma poi l'evoluzione della partita non sempre ti porta a poter fare quello che hai preparato. Riuscire ad interpretare la gara come da copione è una grande soddisfazione. Personalmente poi studiare avversari diretti come Perotti o Cancelo è relativo: tutti conoscono il loro valore. La differenza è tutta nell'aspetto mentale. Lo dimostra il fatto che contro la Juventus nel primo tempo ero troppo bloccato mentre nella ripresa ho cercato di giocare più liberamente ed essere sempre aggressivo e penso di aver fatto meglio". Ragazzo curioso e difensore dai piedi buoni: in conclusione possiamo usare queste parole per tracciare il tuo identikit? "Certamente cerco di non restare solo nell'ambiente calcistico ma di aprirmi anche ad altro e guardarmi intorno: credo che sia importante. Con i piedi ho una certa qualità ma contano tanto anche la prudenza con cui giochi il pallone e la personalità con cui imposti l'azione o cerchi una giocata che possa agevolare un compagno. Più in generale però serve sempre equilibrio: non sono diventato un fenomeno dopo quattro gare in A ma voglio continuare con i piedi per terra".
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