Milan, sogno scudetto è fallito: la sconfitta contro il Napoli mette a galla tutti i problemi
I rossoneri a undici punti dalla vetta. Si cerca un colpevole o un capro espiatorio
La rosa
Sì, ieri mancavano per squalifica giocatori molto importanti per questa squadra. Ma la sensazione è di trovarsi difronte a una rosa nel complesso mediocre.
Si può fregiare del possesso palla nel confronto con una squadra che non fa del possesso palla il suo obiettivo principale. Il Napoli però quando ha il pallone tra i piedi ha le idee chiare su come offendere e fare del male all'avversario.
Come alcuni analisti sottolineano come in questo momento, non possano bastare l'assenza di giocatori come Theo Hernandez e Tijjani Reijnders a giustificare errori individuali grossolani visti ieri in campo. Non basta avere un Alvaro Morata in vena di giocate di qualità ne può confortare la crescita e la vitalità mostrata da giocatori come Okafor e Chukwueze.
Il dato che fa riflettere è sicuramente come la squadra abbia subito troppi gol nelle partite fin qui giocate: 11 in 9 partite. La difesa del Milan non era apparsa solida lo scorso anno ma sicuramente questo inizio campionato ha peggiorato la propria performance.
Sicuramente si difende da squadra, così come si attacca da squadra, ma, come sottolineato ieri sera da Ciro Ferrara, forse l'approccio Milan, è stato approssimativo e segnato da errori individuali gravi. La facilità con cui Lukaku si libera di Strahinja Pavlović in occasione del primo gol lascia molti dubbi sulla capacità del difensore milanista. Così come da un portiere come Maignan ci si può aspettare qualche intervento più decisivo, a mio avviso non perfetto il suo intervento sul tiro del raddoppio, e nemmeno errori di impostazione palla al piede come in occasione del primo gol del Napoli.
Continuo a credere, e la convinzione cresce dopo la partita di ieri, che questo Milan non possa fare a meno di avere in campo un giocatore come Leao. Ieri, entrato a partita in corso, ha avuto un paio di spunti interessanti che però non hanno trovato giocatori pronti in area a sfruttarli. E qui possiamo passare al secondo tema.
Inaccessibile è il clima dello spogliatoio. Ma oggi qualcuno saprebbe indicare chi sono i leader dello spogliatoio del Milan e se siamo davanti a un gruppo unito?
L'allenatore
Detto degli errori individuali dei giocatori, in molti hanno sottolineato come la squadra ieri sia apparsa disorganizzata e poco reattiva nelle fasi iniziali, consentendo al Napoli di trovare spazi e di sfruttare al meglio le opportunità.
La fase difensiva, in particolare, non è riuscita a far fronte alla fisicità e alla velocità degli avversari. Alle mancanze individuali si aggiungono lacune tattiche già evidenziate in diverse occasioni. Come ha sottolineato Ambrosini nella sua disamina del periodo attuale del Milan, in questo non è certo d'aiuto il continuo cambio della coppia di centrali schierati in campo. Non facilità l'intesa, l'amalgamo, automatizzazione di certi meccanismi difensivi. E le scelte ondivaghe del tecnico hanno certamente avuto un peso sullo scarso rendimento del reparto difensivo. Anche opinionisti, come Massimo Mauro, hanno messo in luce la necessità di un maggiore equilibrio in campo, evidenziando come l'approccio offensivo di Fonseca richieda una disposizione tattica che garantisca stabilità e coesione.
Riprendo qui la questione Leao: spetta all'allenatore dare un'identità di gioco e una filosofia tattica adatta al talento disponibile. Se a Leao si chiede il gioco che viene svolto da Politano allora si cade in un equivoco diabolico che doveva essere affrontato e risolto prima dell'avvio del campionato.
Fonseca è arrivato ad allenare una squadra in cui la la figura dell'allenatore ha sempre avuto un ruolo centrale nella storia. Se si esclude forse l'esperienza di Arrigo Sacchi, la dote migliore che i tecnici rossoneri vincenti hanno mostrato è la capacità di gestire al meglio le risorse umane che la società mette a disposizione.
E anche qui c'è una questione aperta di una leadership che non sembra salda rispetto alla squadra.
La società
Grande assente in questo periodo, comunque non può ritenersi esenti da colpe. Anzi, in virtù della maggiore responsabilità che amministra, a mio avviso è la maggiore responsabile di questa situazione.
Partiamo dal mercato. Sicuramente in molti hanno sottolineato come mancassero ancora alcune pedine importanti alla rosa: almeno un esterno difensivo, un centrocampista di qualità e un altro attaccante. Poi c'è da discutere anche se le scelte fatte sono state le migliori o se c'erano a disposizione altri giocatori più funzionali al gioco.
In capo alla società è anche da attribuire la scelta del tecnico. Parlare della possibilità di ingaggiare Antonio Conte, come ha fatto la Gazzetta dello Sport è troppo semplice. Ma è vero che il club avrebbe potuto optare per un approccio diverso nella scelta del tecnico.
Dal punto di vista gestionale, ci sono state critiche riguardo le decisioni prese dalla dirigenza, che includono la strategia di mercato e la pianificazione a lungo termine, come evidenziato dalle discussioni sul nuovo stadio e le implicazioni finanziarie che ne derivano. La pressione mediatica e le aspettative elevate possono anche avere un impatto sulla psicologia dei giocatori e dello staff, creando un ambiente in cui ogni errore è amplificato e ogni sconfitta diventa un dramma.