Palmeri: "Ecco perché il trattamento diverso della Juve è giusto. I processi si fanno con le prove e non con i sospetti"
Il giornalista Tancredi Palmeri, sul suo editoriale per Sportitalia, ha parlato del caso Plusvalenze che ha coinvolto la Juve.
Tancredi Palmeri, sul sito di notizie Sportitalia, ha espresso la propria opinione sul caso Plusvalenze e ha spiegato le motivazioni del trattamento ‘diverso’ riservato alla Juventus.
Ecco alcuni estratti del suo editoriale:
“La stangata alla Juventus come è ovvio che sia ha già generato un’ondata contraria di difesa per la società con più tifosi in Italia. E utilizzo il termine ‘stangata’ che così popolare fu durante le sentenze Calciopoli, perché oggi come allora la narrativa della difesa è simile, ancorché curiosa.Perché normalmente chi si difende e proclama la propria innocenza, dichiara di non aver commesso il fatto o quantomeno nei casi più sfumati come nei reati amministrativi prova a dimostrare il perché quanto commesso non sia un crimine. Invece, stavolta come allora la linea narrativa di difesa verte sul ‘lo hanno fatto anche gli altri’.
Allora proviamo a capire perché la Juventus è stata condannata, e così aspramente, e - nel momento in cui venga accertato un dolo - dunque il trattamento diverso sia giusto e conseguente. Comprenderlo deriva dalla premessa della riapertura del processo. In molti sostenevano, e ancora sostengono, che sia impossibile stabilire il valore ‘corretto’ di un giocatore, e che dunque fosse insensato aprire un nuovo procedimento sulle plusvalenze. Ignorando - e davvero è tutta qui la questione - che il processo stavolta è stato riaperto per un solo motivo e uno soltanto: non per la tesi che i valori di certuni giocatori fossero stati gonfiati; ma solo e soltanto per la sopraggiunta evidenza delle intercettazioni in cui sono presenti dirigenti juventini che esplicitamente ammettono di iscrivere a bilancio un valore non vero, e per pura cosmesi contabile. E’ tutto là il processo. E’ tutta là la penalizzazione.Non c’è davvero nient’altro da aggiungere. E, accertato il crimine, nient’altro da contestare. Direte: “ma lo fanno anche altri”; “ma gli altri non sono condannati perché non sono intercettati”. Può essere, forse sì. Ma i processi si fanno con le prove, non con i sospetti. E la prova che i dirigenti juventini abbiano nelle intercettazioni riconosciuto di scrivere un valore di mercato non reale, quella c’è. Per gli altri dirigenti, non c’è".
Fonte:Sportitalia.com
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