E' ormai da tempo che in casa Juventus imperversa la bufera relativa all'Inchiesta Prisma e alle vicende giudiziarie che hanno di fatto penalizzato la squadra di Massimiliano Allegri. L’ex direttore del Corriere dello Sport e Tuttosport Paolo De Paola, ha detto la sua a riguardo a Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio, prendendo una posizione dura per quanto riguarda il caso plusvalenze: “Sentenza Juventus? L’istanza di revoca ha un tempo di 30 giorni, si è molto discusso su da quando dovessero partire. Ciò che trovo poco carino è che la difesa della Juve non dice di non essere colpevole, ma ammette che lo sono anche gli altri. C’è un ragionamento macro che appartiene a Napoli ed il Nord che si ricongiunge a quanto detto De Giovanni sul non poter mischiare pere con mele per quanto riguarda i reati, però non si può criticare una società come la Juventus sul ‘così fan tutti’. Il problema plusvalenze è comune al sistema calcio italiano, la Juventus è stata incolpata come sistema interno, ci sono delle intercettazioni palesi e chiare. Quando Chiné parla di ‘sentenza afflittiva’ dimentica quello del Milan che aveva già avuto punti di penalizzazione per Calciopoli che non le impedirono di partecipare alla Champions. La logica di Chiné che dice che ‘deve essere afflittiva’ è poco logica”.

De Paola ha poi aggiunto: “E poi, è logico, invece, dare punti di penalizzazione in un campionato in corsa alterando l’attendibilità della corsa stessa? Ho sentito alcuni avvocati ed il problema che non tutti comprendono è che il vizio formale è importante: a me sembra un limite della difesa. La linea difensiva della Juventus si basa sul fatto che certe intercettazioni e certe Procure abbiano indagato solo sulla Juventus. Le plusvalenze sane fanno sopravvivere delle società, quelle farlocche sono vere e proprie truffe quando vengono dimostrate, ma queste le hanno fatte tutti, per anni. Questa storia è nata da una faida interna, da una divisione molto più leggera di quella di Calciopoli dove ci fu lotta di potere tra un ramo della famiglia e Giraudo, ma in questo caso si tratta della ‘marachella’ di Andrea Agnelli che non vuole far vedere al cugino di aver speso tanto nascondendoglieli. Non era nelle corde della Juventus prendere il Re delle plusvalenze per fare quelle operazioni. È giusto che le altre non paghino? Tutte, non solo quelle che hanno fatto affari con la Juventus”.

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