L'analisi del momento no del Milan. Il tempo stringe e la classifica piange: Gattuso deve recuperare i suoi mentalmente e fisicamenteClassifica impietosa, solo 6 punti conquistati sinora, 8 reti incassate di cui 7 nei secondi tempi, solo 8 marcature all'attivo, fragilità mentale al momento di un gol subito, difficoltà nel recuperare e ribaltare i match, condizione fisica ancora inadeguata ai novanta minuti di una gara, certezze precarie a livello mentale, 1 vittoria in campionato, 1 sconfitta e 3 pareggi consecutivi. Sono queste le caratteristiche del momento certamente non esaltante del Milan di Gennaro Gattuso, reduce dall'ennesimo pari e dai soliti errori evidenziati anche nel posticipo del giovedì sera contro l'Empoli. Al Castellani si è vista ancora una volta una squadra a due facce, capace di passare in vantaggio nell'arco dei primi 15' da una parte e di prender gol nella ripresa dall'altra. Non si può dire che i rossoneri non abbiano provato a vincerla sino allo scadere del tempo a disposizione, come non si può non ammettere che l'estremo difensore dell'Empoli, Terracciano, ieri fosse praticamente in giornata di grazia. Eppure entrambi i dati di fatto non possono, né devono diventare alibi per l'ennesima vittoria sfiorata, assaporata e lasciata andare via dal Milan tra l'incredulità dei tifosi e della dirigenza presente sugli spalti. Se, poi, a regalare il pareggio ai padroni di casa è il capitano Alessio Romagnoli (suo lo sporco rinvio che ha regalato la sfera, in area di rigore, a Mch'edlidze, atterrato dallo stesso difensore classe '95, con conseguente penalty decretato dall'arbitro e messo a segno da Caputo) allora la frittata inizia ad essere davvero troppo grossa, sebbene gli interpreti degli errori siano diversi. "Sono deluso e arrabbiato con me stesso. Mi prendo le responsabilità, senza quell'errore sarebbe finita diversamente. Mi scuso con i tifosi del Milan e con tutti. Potevamo chiuderla prima ma ci manca la forza per farlo. La strada è quella giusta, dobbiamo continuare a lavorare e i risultati arriveranno". Nelle parole di Romagnoli tre sono i punti fondamentali da evidenziare: la faccia mai negata a mostrare dopo uno sbaglio, la confessione dell'incapacità dei rossoneri di ammazzare definitivamente le partite e la voglia di un capitano e di una squadra di continuare da subito a solcare la strada giusta, quella del lavoro organizzato e diretto da Gennaro Gattuso. Già, perchè se anche per il tecnico calabrese - come del resto per tutti, come ha ricordato Leonardo dopo il 2-2 di San Siro contro l'Atalanta - il tempo stringe a meno di eventuali e importantissime vittorie, l'intera rosa milanista, ciò nonostante, è con l'allenatore, "uno che parla molto coi propri giocatori, uno che ha la capacità di entrare nella testa dei suoi per incoraggiarli e spronarli a fare sempre meglio". Gattuso lo sa e ha individuato motivi e soluzioni del flop dei suoi: "Noi non siamo una grande squadra, ci mancano cinismo e concretezza. Sui 7 gol subiti nel secondo tempo ci son tanti errori individuali, ma questo dipende anche dal momento che stiamo vivendo. Siamo sempre vicini alla vittoria e poi succede sempre qualcosa. Dobbiamo correggere gli errori e diventare più cinici, visto le tante occasioni che creiamo. In questo momento ogni sbavatura la paghiamo a caro prezzo. Non chiudere le partite quando fai diciotto tiri in porta sta diventando un problema e ci fa perdere tranquillità". L'analisi è sicuramente quella giusta per chi ammette i propri limiti attuali e cerca di spronare la squadra a superarli. Sicuramente non è tutto da buttare: la grande prestazione di Donnarumma, la costanza di un Biglia sia in fase di possesso che di non possesso, lo strapotere fisico di Kessie a centrocampo, la voglia di Suso di tornare al gol quanto prima, la freschezza di Calabria, la certezza Bonaventura e la ricerca del gioco palla a terra dell'intera squadra sono i punti da cui ripartire e da migliorare quanto prima. Il rientro di Higuain farà il resto, a cominciare già dalla delicatissima trasferta del Mapei Stadium contro il Sassuolo di De Zerbi, 3° in classifica e praticamente imbattuto, sinora, tra le proprie mura.
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