Caso Ronaldo: quando giocare lo decide lui. Tutto sul caro prezzo (non economico) del portoghese
Non ha preso bene l'assegnazione mancata del premio FIFA, Ronaldo, di solito abituato a stare al centro della scena
Avere in squadra Cristiano Ronaldo è sicuramente un motivo di vanto per la Juventus, ma, i bianconeri ora lo sanno bene, avere in squadra una personalità come la sua non è affatto facile. Abituato a grandi successi e a stare sempre al centro della scena, Cristiano Ronaldo in un contesto di parità si sposa poco bene. La mancata vittoria del The Best Fifa Men's player, assegnato a Robert Lewandowski la dice lunga. La sua faccia delusa e arrabbiata, nel momento della premiazione, altro non è che l'ennesima testimonianza, che Ronaldo non sa e non vuole perdere.
A testimoniarlo anche il Corriere dello Sport, che sottolinea il grande prezzo (non economico) da pagare per avere il squadra Ronaldo:
"Uno che decide quando giocare o essere sostituito. CR7 ha un prezzo, caro, che nulla ha a che fare con il suo impatto economico: è un prezzo che si paga con una moneta intangibile, all'interno della gestione di una grande squadra dove tutti sono uguali. Tranne lui, che semmai è più uguale degli altri, come tutti gli intoccabili". "Avere CR7 in squadra comporta d'altronde una gestione quantomeno condivisa. Decide lui quando giocare, per esempio. E quando fermarsi. Il caso di Benevento rappresenta un ricordo ancora vivo, ma non era una novità: quando il calendario è congestionato, arrivato il momento di tirare il fiato ecco che Ronaldo rimane a casa e non si siede in panchina. Una presenza meno ingombrante solo della sua assenza, insomma. Ma di fatto decide lui anche quando è il momento di poter accettare una sostituzione. In quanti avrebbero sostituito un Ronaldo stranamente sottotono contro l'Atalanta? Probabilmente in molti, tra il pensarlo e il farlo però c'è tutto un mondo ed è semplice capire perché alla fine Ronaldo non sia stato richiamato in panchina. In 101 partite in bianconero, appena 7 le sostituzioni subite. Forse una sola quella «vera», con il risultato in bilico e per scelta tecnica, quella contro il Milan dello scorso campionato prima di una sosta per le nazionali, quando Maurizio Sarri lo tolse per far entrare Paulo Dybala, poi decisivo: una decisione non proprio gradita, Ronaldo lasciò lo Stadium prima ancora del termine"