Carlo Ancelotti porta a casa la sua quarta Champions League in carriera, un vero e proprio record per l'ex allenatore del Napoli. A soffermarsi sul suo trionfo, ma non senza fare una panoramica generale sul calcio, è stato anche l'opinionista Lele Adani, intervenuto alla Gazzetta dello Sport: "I club italiani vivono da tempo in uno stadio inferiore anche nel modo di pensare. L’Atalanta ci aveva indicato la strada, sfiorando la semifinale, ma poi ci sono arrivati il Lipsia e il Villarreal, mentre le nostre no... Certo ed è indiscutibile che a noi manchi anche l’eccellenza assoluta dei calciatori. Però poi io vedo Konaté, che è un classe 1999 preso dal Liverpool al Lipsia e fa il difensore centrale, giocare 20 metri nella metà campo avversaria e mi dico: “È solo questione di livello o c’è qualcosa di più?” Ovvio che non è solo un discorso di campioni, bensì di idee, anche sul mercato, e proposta. 

Adani ha poi aggiunto: "Certe giocate non nascono solo dal talento dei calciatori, ma anche dal coraggio e dalla ricerca degli allenatori, che fanno sentire i giocatori protagonisti. Non è necessario per forza essere spregiudicati: Ancelotti, per esempio, ha guidato i campioni con un calcio anche speculativo, ma vincente. Li ha coinvolti al massimo, tanto che questa è la coppa di Courtois, Vinicius e Benzema per me".

Adani si è poi soffermato sulla Juventus e su Massimiliano Allegri, ultimi nel 2017 in finale: "Vero e anche oggi come livello dei calciatori e possibilità di muoversi sul mercato è forse l’unica in Serie A a poter competere con le big straniere. Cosa manca allora alla Juve per vincere in Europa? La proposta di gioco, che invece ha il Napoli, per esempio. E il coraggio di non fare calcoli: in Europa non ha più senso farli, soprattutto tra casa e fuori".

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