Audero 5,5: chiamato in causa, al 9', da Arnautovic, il portiere italo-indonesiano risponde alla grande chiudendo il primo palo sul rasoterra dell'austiaco. Non può nulla né in occasione del vantaggio, né in quella del raddoppio del Bologna. Il voto è il figlio legittimo della prestazione negativa dell'intera formazione doriana al Dall'Ara.

Bereszynski 5,5: il migliore della retroguardia difensiva blucerchiata nel primo tempo. Al 61', tuttavia, sbaglia completamente il tempo in fase di stacco, lasciando Dijks libero di servire ad Arnautovic l'assist per l'1-0 del Bologna.  

Ferrari 5,5: al 27' devia in corner la conclusione tagliente e pericolosa di Dijks. Ciononostante, il primo tempo del centrale classe ‘94 è un susseguirsi di errori e difficoltà condivise col compagno di reparto Colley sui continui movimenti del duo Barrow-Arnautovic. Dal 60’ Yoshida 4,5: al 72', fuori posizione sul contropiede bolognese, permette a Sansone di divorarsi in solitaria il gol del 2-0 davanti ad Audero; la traversa aiuta il giapponese a non figurare peggio del…prevedibile. Poco più tardi, però, il thriller si trasforma in horror quando cicca clamorosamente l'intervento in scivolata sul traversone basso di Dijks permettendo ad Arnautovic di siglare la doppietta personale. Protagonista sì, ma come peggiore in campo. 

Colley 5: anticipato spesso e malvolentieri da Arnautovic, il gambiano appare macchinoso e poco attento nel leggere la verticalità cercata e trovata con facilità dal Bologna. Al 61’, in occasione dell'1-0 rossoblù, non riesce ad anticipare il 9 avversario sul cross rasoterra di Dijks finendo malamente nella propria porta assieme alla sfera.  

Murru 5,5: in netta difficoltà sulle folate offensive di Hickey nel primo tempo. Vedere la bella azione corale architettata al 27' dal Bologna per credere. Nella ripresa non spinge mai in avanti, anzi entra del tutto in tilt al cospetto delle manovre imbastite dal centrocampo in avanti dai felsinei. Dall'80' Augello sv.

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Candreva 5: lontanissimo parente dell'omonimo condottiero della prima parte di stagione. Dalle sue parti, Dijks fa quel che vuole e quel che non potrebbe. Evanescente; le urla di Giampaolo, dalla panchina, lo confermano. Dall'80' Vieira sv.

Rincon 5,5: ci mette un intero tempo di goco per iniziare a distribuire palloni con rapidità e servire Caputo con buone verticalizzazioni aeree. La versione del venezuelano scesa in campo al Dall'Ara, bisogna dirlo, non ha niente in comune con quella migliore e ben più famosa del 'General'. Dal 67' Quagliarella 5,5: l'unico pallone giocabile, al 92', viene trasformato in una conclusione radente ma troppo centrale per impensierire Skorupski. Mai realmente servito dai compagni nella partita-fantasma della Samp al Dall'Ara. 

Thorsby 6: crea poco, chiude quel che può. Come dire, bene la quantità, male la qualità. Il norvegese è l'unico doriano ad apportare una sufficiente intensità nella zona nevralgica del campo e a partorire qualche prezioso raddoppio a ridosso della propria area di rigore in fase di ripiegamento, specie nel primo tempo. Arrotondare per eccesso il voto non è un errore solo se si guarda all'atteggiamento del 25enne di Oslo. 

Sensi 5: impalpabile nei 45' iniziali di gioco, il trequartista fortemente voluto da Giampaolo a gennaio gira a vuoto nel bel mezzo del fraseggio rivale. Nella ripresa il maggior numero di palle toccate è direttamente proporzionale agli errori commessi sia in assolo, sia in coralità. 

Sabiri 5: ogni tentativo di saltare l'uomo si spegne nel vuoto di errori tecnici banali e continuativi. Quando arretra a centrocampo per giocare qualche pallone in più, paradossalmente, la sua prestazione migliora, senza in ogni modo, mai raggiungere la sufficienza. 

Caputo 5,5: mai nel vivo del gioco per ben 90 giri d'orologio più il recupero, durante i quali, ad onor del vero, l'intera Samp appare una nave in preda alla tempesta da trasferta. A inizio ripresa, sul rilancio di Audero, centra Skorupski a tu per tu con il polacco sprecando malamente l'unica vera occasione doriana dell'intero match. 

Giampaolo 4,5: non consideriamo, per un attimo, il risultato. Dov'è finito il bel gioco professato e parzialmente ottenuto in carriera dal tecnico definito da Arrigo Sacchi ‘Maestro? La Sampdoria continua a mostrare tutte le proprie difficoltà in trasferta. Non solo, i blucerchiati dimostrano ancora una volta di non saper reagire al primo gol avversario lontano dalle mura domestiche. Trovare un qualcosa che si salvi, quest'oggi, tra gli undici in campo e l'intera panchina doriana, è davvero impossibile.

 

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