#21 E'una Dichiarazione del Presidente e Coach Messina. Non un DPCM
Sospendere le coppe ? L'Eurolega tira dritto: non ce n'e' coviddi
Leggete bene: "Bisogna avere il coraggio di essere impopolari suggerendo strade realistiche. A me pare che il ceto pensante abbia rinunciato a una funzione fondamentale che è l'assunzione di responsabilità. E'prevalsa la strada più facile della retorica e della lamentazione". Leggete bene anche questo: la dichiarazione non è la replica di Messina ai commenti sulla sua proposta, è invece una risposta di Marino Sinibaldi, persona di cultura, e anche professionista della cultura, al tema della chiusura dei teatri. In sintesi, a mali estremi, estremi rimedi: vale per tutti.
Perchè sospendere le coppe
Non è un atto di debolezza, ma di difesa bloccare le coppe Difesa di fronte a un'evidenza rappresentata da altre partite che saltano in questi giorni ( e ormai, a dire il vero, non solo nelle coppe ) perchè il virus non si ferma viaggiando ma piuttosto, come ci insegnano i vari DPCM, limitando le trasferte. Ecco, Messina ha peccato non capendo che la sua lettera di ieri poteva essere catalogata come DPCM: Dichiarazione del Presidente e Coach Messina. In un mondo che non ragiona, da un pezzo, in modo collettivo, gli inviti a riflettere sono rifiutati a prescindere perchè materia pericolosa, che può incidere su egoismi grandi e piccoli. Si dice: Messina ha scritto ad Eurohoops. Questo, in effetti, è un errore, ma viste le reazioni italiane al suo pensiero, si capisce anche perchè abbia parlato ad Atene per far arrivare il messaggio anche da noi.
Prima i campionati
Dire che sono da salvare anzi tutto i campionati, primo punto della DPCM, significa, oltre che fotografare i danni già causati dal Covid, puntare alla continuità, garantire la continuità del movimento. Non ha parlato, Messina, di correzioni di format o di altri provvedimenti, che ovviamente dovrebbero essere condivisi. Ha rimesso in ordine le priorità, in questo sì svelando la debolezza del sistema in cui ogni soggetto vuole avere un suo spazio senza accettare che il calendario sia uno e uno solo. Oggi le coppe sono il soggetto debole, le coppe e le finestre per le Nazionali, bisogna aggiungere, allora irrobustiamo il soggetto forte. La replica dell'Eurolega, andiamo avanti, invece di pensare a un piano B, mette tristezza per il semplice motivo che le coppe non sono terminate neanche nella passata stagione. E Messina non aveva ancora scritto nulla.
Poi le riforme
Nessun cambiamento di formula a stagione in corso. Un adattamento, questo sì. Più avanti, a stagione terminata, allora quello sarà il momento di fare tesoro di tutte queste lezioni. La principale è evidente: bisogna ridurre il numero delle partite ( avvertenza per il solito coro "Copiamo l'Nba", anche negli States stanno pensando alla stessa soluzione ). La riduzione delle partite, ovvero meno quantità in nome di una migliore qualità, si deve interpretare in tanti modi: ad esempio, non hanno senso 18 squadre in Eurolega, fossero 16 si potrebbe pensare già adesso a delle minibolle per 4 squadre; ad esempio in Italia non si può accettare che una squadra sia in sciopero, trattandosi della stessa squadra che il proprietario aveva dichiarato di non voler iscrivere, e nemmeno per la prima volta. Una squadra debole prima ancora di arrivare in campo è una squadra che indebolisce il campionato. Non è una riforma sensata il blocco delle retrocessioni, come non lo è il blocco delle promozioni per rinnovare le squadre partecipanti all'Eurolega. Il sistema delle licenze è da rivedere: ad esempio, vista da qui, l'Euroleague con una sola italiana è il vero problema del basket italiano. Non la presenza di MIlano: il fatto che solo l'Armani rappresenti tutti.
Il rovescio di Nadal
In tutto questo, nessuno o pochi piangono per la situazione in cui si trova il basket minore che, per dare un nome preciso alla situazione, è stato abbandonato da mesi. Servirebbe un piano Marshall per tenere in vita le società, o almeno per farle ripartire: soldi veri, non tasse gare non incassate. Ma qui si scopre un'altra ricchezza fasulla del movimento: senza i ricavi garantiti appunto dall'attività di base anche la federazione si scopre povera, alla vigilia della festa per i suoi 100 anni. Inutile dare la colpa a Spadafora, a Malago', insomma i verici dello sport italiano, che pure di colpe ne hanno parecchie. Cosa è stato fatto in questi mesi per chi, di fatto, tiene in piedi la baracca come e per certi versi pure più dei proprietari e degli sponsor della Serie A ? Due pagine di intervista a Nadal di Aldo Cazzullo ieri sul Corriere della Sera. L'ultima domanda: Perchè non getta mai la racchetta ? "Perchè da piccolo mi hanno insegnato che non si fa. Sono io che sbaglio, non la racchetta".
Pillola quotidiana di Mamba Mentality
Da oggi chiusura con un estratto dal libro Magico Basket Camp. Scritto da Wesley King, ma è un'idea di Kobe Bryant che con Dear Basketball prima, con questo libro poi, con l'impegno pefr la Women Nba che non era solo una carezza a sua figlia Gianna, stava costruendo per se'e per noi una seconda carriera da grande mente pensante ( il ceto pensante citato da Sinibaldi ): In ogni momento della giornata aqbbiamo una scelta: guardare o fare finta di niente.