La storia di Hussein, il perseguitato dall'ISIS adesso leader dell'Iraq in Coppa d'Asia
L'attaccante guida i suoi verso la gloria, ma la sua vita è stata tutt'altro che in discesa
La Coppa d'Asia regala tante emozioni: grandi giocate, grandi sorprese, grandi colpi di scena ma anche grandi storie di vita e di calcio. Ne è un evidente esempio Ayman Hussein, attaccante dell'Iraq che sta guidando i suoi in questa Coppa d'Asia 2024. Il centravanti dell'Al Quwa Al Jawiya, club della Super League irachena, è il capocannoniere dei Leoni di Mesopotamia e ha messo a segno una splendida doppietta contro il Giappone, una delle favorite alla vittoria del torneo. La sua storia, però, non è solo legata al mondo del calcio.
Hussein, il figlio di un Iraq sconvolto dall'ISIS
Hussein cresce in un piccolo villaggio rurale controllato dall'ISIS, sede di molti attacchi aerei per via della presenza di molti oleodotti. La sua è un'adolescenza difficile, vede morire il padre, assassinato mentre era in servizio, e scomparire il fratello, rapito sempre dall'ISIS - nessuno sa tutt'ora dove si trovi -. Insieme alla madre, passa interi anni da sfollato e vede nel calcio una possibile via d'uscita: nel 2009, a 13 anni, lo nota un club di prima divisione irachena, l'Al-Alam Sc, che decide di tesserarlo e inserirlo nel proprio settore giovanile. Negli anni, Hussein affina le proprie qualità realizzative e fisiche: gioca per molti club in giro per il Medio Oriente e il Maghreb, tra cui il blasonato Raja Casablanca.
Adesso, guida la sua Nazionale in Coppa d'Asia
Hussein, adesso, è il perno d'attacco della sua Nazionale e dell'Al Quwa Al Jawiya, con il quale - in questa stagione - ha disputato 9 partite segnando ben 10 gol, una vera macchina. L'Iraq si gode il suo bomber e il primato del girone davanti al più quotato Giappone. Anche questa volta, il calcio ha dimostrato di poter salvare tante vite e dare un'opportunità a chi rischia la vita ogni giorno per povertà o guerra, e Hussein ne è soltanto l'ultimo esempio.
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