La celebrazione del cappellano granata nel ricordo degli Invincibili di Superga in un Filadelfia deserto per l'emergenza Coronavirus Nella commemorazione delle vittime della tragedia di Superga del 4 maggio 1949, il cappellano del Torino, Don Riccardo Robella, ha celebrato una preghiera dei fedeli dal cortile del Filadelfia: "Il Filadelfia di oggi somiglia allo stadio la domenica dopo la tragedia. Di fronte al silenzio potremmo trovarci smarriti, attoniti, ma il silenzio oggi può risultare una risorsa preziosa. Può risultare la possibilità di poter ascoltare. Un conto è urlare la fede granata, ma ci siamo mai fermati ad ascoltare ciò che gli altri hanno da dirci? La parola è quella che ci invita a confrontarci con loro, con il mondo, con noi stessi. Il pensiero ci riporta a 70 anni fa, a un'Italia spaccata da guerra e povertà, dove si era imparato ad odiare. In un Paese del genere ci voleva il Grande Torino per raccontare qualcosa di diverso, per dire che noi eravamo molto di più delle nostre separazioni. Ci volevano loro per rimettere insieme un tessuto sociale che si era lacerato. Ci voleva il Grande Torino per riconoscerci sotto qualcosa di bella, che unisce. Quei ragazzi hanno fatto una cosa grandiosa. Oggi, per ragioni molto diverse, corriamo il rischio di vedere un tessuto sociale che lentamente si spacca, solo perchè siamo lontani fisicamente. Allora c'è bisogno del Grande Torino, ancora una volta. Noi dobbiamo essere il Grande Torino. Gli Invincibili sono ovunque. Coraggio, popolo granata". Foto: Torino Channel
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