Raiola: "Io napoletano? No mi sento più un cittadino del mondo. Andrea Agnelli è un amico"
Il famoso procuratore Mino Raiola si è concesso a una lunga intervista al quotidiano spagnolo As
Superlega, parla Mino Raiola. Intervistato in esclusiva dal quotidiano spagnolo As, il procuratore sportivo di calciatori come Ibrahimovic, Donnarumma e Pogba ha parlato così del progetto ormai sfumato: "Superlega? Se possedessi un club, vorrei che la mia squadra giocasse in Super League e anche in Champions League… E ovviamente nei campionati nazionali. Per i calciatori sarebbe un bene, e anche per i tifosi. La competizione costringerebbe gli organizzatori a realizzare tornei davvero attraenti. Non come oggi, se qualcuno vuole guardare il calcio ai massimi livelli, ha la Champions League… e basta. Ho guardato con incredulità le proteste per le strade della gente. Erano proteste contro qualcosa che non era stato ancora spiegato. Hanno protestato contro la sensazione di una competizione chiusa".
Raiola e il rapporto con i presidenti
Il procuratore continua: "Non ho un gran rapporto con Florentino Perez. Mi piace parlare con i direttori sportivi, a meno che un presidente non abbia funzioni simili. Penso a Gino Pozzo, che è presidente, direttore sportivo, allenatore, attaccante e difensore centrale. Poi ci sono altri così, come Agnelli che è un amico e ci parliamo un paio di volte l’anno anche su altri argomenti. Ma alla Juve tratto con Paratici, come al Milan tratto con Maldini".
Raiola conclude l'intervista parlando così delle sue origini: "Mi sento napoletano? Mi sento più un cittadino del mondo, sono andato via troppo piccolo… Ho avuto un’infanzia fantastica. I miei genitori hanno lavorato sodo, sono dovuti emigrare per dare ai loro figli un futuro migliore, come tanti, e sono andati ad Amsterdam. I miei due fratelli erano già nati in Olanda, ma erano nove nella famiglia di mia madre, quindi ho 47 cugini e cugini, e questo sembra più lo stereotipo napoletano che vediamo in TV".