In queste ultime ore ha fatto discutere tantissimo, la non convocazione di Fabio Fognini per gli impegni di Coppa Davis a Bologna dell'Italtennis, con il capitano non giocatore Filippo Volandri che ha preferito chiamare per il doppio Andrea Vavassori.

Dopo il duro sfogo del tennista ligure sui social, nel pomeriggio odierno, Volandri ha risposto a brutto muso:

"Mi dispiace leggere le parole di Fabio Fognini, per la scelta dei toni e dei termini, sopra le righe, che riserva non solo al sottoscritto, ma anche ad un team che lo ha sempre sostenuto e a una federazione che ne ha sempre accettato virtù e debolezze - dice Volandri all'Ansa -. Il suo rendimento negli ultimi tre mesi non rispondeva ai criteri che, a mio parere, vanno soddisfatti per ottenere una convocazione in Davis. Le parole di Fabio sono profondamente ingrate, anche se mi rendo conto che il mio ingresso da capitano di Coppa Davis possa aver minato le sue sicurezze: sotto la mia gestione è sempre stato trattato come gli altri, e capisco che ne abbia potuto risentire. Ora, al netto delle modalità con cui ha deciso di raccontare questa storia, che non mi sorprendono anche se mi sarei aspettato, ripeto, un minimo di rispetto in più per la squadra, più che per me, va ristabilita la verità dei fatti - puntualizza Volandri. Nelle ultime sue apparizioni, Fognini ha inanellato ritiri e problemi fisici. Il suo rendimento negli ultimi tre mesi non rispondeva ai criteri che, a mio parere, vanno soddisfatti per ottenere una convocazione in Davis: massima integrità fisica e altissime motivazioni."

Poi continua:

"Fabio ha accusato problemi al pettorale e al tendine del piede, che gli hanno compromesso il torneo di San Marino e lo hanno costretto al ritiro a Como. Tanto che, mentre ero a New York, ho ricevuto la telefonata di un membro del suo staff medico che già in quel momento mi parlava di un Fabio in pessime condizioni. A quel punto, a proposito di motivazioni, ha deciso di mettere il suo recupero prima di ogni altra cosa, nazionale compresa, motivo per cui ha scelto di giocare a Genova, all'aperto e sulla terra, a dispetto di una Davis che a Bologna si gioca sul duro e al coperto. Nonostante gli sia stato proposto uno staff federale, con tecnici, preparatori atletici e medici a sua disposizione, proprio per tentare di recuperarlo. Dunque, ho rispettato la sua volontà ma non mi ha lasciato scelta, questa è la verità. Ripeto - è la conclusione del capitano azzurro -, auguro a Fabio di tornare ai livelli che gli appartengono e continuo a ringraziarlo per quello che ha fatto in passato in Coppa Davis. È l'ultima volta che affronto pubblicamente questo argomento; siamo alla viglia di un appuntamento importante, molto più dei nostri destini personali, perciò dobbiamo concentrarci tutti sull'obiettivo".

 

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