Roberto Mancini, ad un anno dalla vittoria degli Europei conquistata battendo ai rigori l'Inghilterra, ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "Da quando sono ct ho sempre avuto un obiettivo: vincere Europeo e Mondiale. Un anno fa, con la coppa in mano, mi ero detto: 'Ne vinciamo uno dietro l'altro'. Pensavo a questo Mondiale, evidentemente non era questo. Ma continuo a pensare che ne vinceremo uno".

"Un miracolo - spiega Mancini a la Gazzetta dello Sport - lo abbiamo fatto di sicuro, ma non solo in quell'Europeo: in tre anni e mezzo giocati alla grande. Capita che si vinca un grande torneo perché in quel mese va tutto bene: non è stato il nostro caso. Dietro c'era un percorso preciso: tante partite importanti, non solo sette".

Il ct ammette che ha pensato alle dimissioni: "Ci ho pensato soprattutto dopo il ko con la Macedonia, mi sono trovato in una situazione molto difficile. Un po' ci ho pensato anche dopo Wembley, ma c'era il Mondiale a poco più di un anno". Mancini ripercorre flash e occasioni sprecate prima di arrivare ai playoff per Qatar 2022: "Prima di giocare con la Svizzera avevamo avuto dieci infortunati, fra cui Immobile: per una partita così, in un momento della stagione faticoso, chiamare Balotelli ci poteva stare. Ma gli errori si fanno sempre, anche quando le cose vanno bene". Poi i due fatali rigori di Jorginho: "Ero sicuro che segnasse: consideravo fuori da qualunque immaginazione che potesse sbagliare all'andata e al ritorno".

Zaniolo? “Non può perdere altro tempo e occasioni, non deve disperdere le qualità che ha”. Immobile? "Non mi ha detto che non verrà più, per me è l'attaccante che ha segnato di più negli ultimi anni. Consiglierei a Scamacca un'esperienza all'estero, aiuta a crescere".

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