Durante la presentazione di Sinisa Mihajlovic, Riccardo Bigon ha parlato di mercato, del suo futuro e di Di Vaio. Si prova chiudere per Edera e LyancoNella prima conferenza di Sinisa Mihajlovic da allenatore del Bologna, era presente anche Riccardo Bigon che ha parlato di mercato ma non solo: “Avevamo un’impostazione di poter prendere i calciatori che potessero darci qualcosa in più, con qualità maggiore rispetto a quelli che avevamo. Due sono arrivati, Spinazzola e Caceres purtroppo sono sfumati anche se ci abbiamo provato. Non era semplice concludere queste operazioni. Volevamo prendere giocatori pronti che giocano in Italia e che non avessero bisogno di tempo integrarsi. Ci siamo concentrati sul mercato interno. Cambiando allenatore a tre giorni dalla chiusura, diventa difficile soprattutto dopo che avevamo condiviso col tecnico precedente le varie strategie. Adesso andremo su calciatori che il mister conosce. Lyanco e Edera? Si potrebbero arrivare. I due lo hanno già avuto e possono essere delle idee concrete. Il terzino? Stiamo cercando di capire che caratteristiche servono a Mihajlovic. Nessuno pensava di trovarsi a questo punto. Ho sempre parlato di salvezza così come mi è stato indicato dalla proprietà. Purtroppo le cose sono andate male ma adesso siamo fiduciosi che si possa raggiungere l’obiettivo. In rosa abbiano giocatori con più di 2000 partite in serie A. Quando sono arrivato mi è stato chiesto di cercare giocatori di un certo tipo. Di tutte le scelte mi assumo le responsabilità anche se ho fatto la plusvalenza più grande della storia del Bologna. Ringrazio Inzaghi per la dedizione e la voglia che ci ha messo. Con l’arrivo di Mihajlovic riusciremo a tirare furori le qualità della rosa. Solo Caceres e Spinazzola potevano fare al caso del Bologna? L’ho detto prima, avevamo un solo piano A. Cercavamo giocatori che potessero alzare il livello di qualità della squadra e avevamo cercato loro. Il mio futuro? E’ chiaro che l’annata è stata difficile, fatta di grande critiche e pressioni. Ho sempre fatto questo lavoro proteggendo chi sta intorno a me. Devo proteggere il presidente, l’allenatore e i calciatori. Oggi lavorare in una società dove la parte più criticata è la dirigenza non è facile. La critica a Marco Di Vaio la trovo ingiustificata, lui non ha potere decisionale, le decisioni sono solo le mie. Non risulto molto simpatico anche per la mia poca attitudine comunicativa ma in serie A ci sono da 15 anni e in molti mi apprezzano. Il mio futuro è arrivare a fine stagione e di meritare la riconferma. Vorrei essere il direttore del Bologna fino all’inaugurazione dello stadio, se non ci riuscirò mi dispiacerà ma lo accetterò. Qui ci sto da tre anni e e vuol dire che qualcosa in fin dei conti ho dimostrato”. 
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