Terremoto Juve, Dybala rischia grosso: "Sospetto di una “carta Ronaldo” bis, possibile squalifica"
La Guardia di Finanza di Torino ha raggiunto Roma per interrogare Paulo Dybala per fare chiarezza sulla manovra stipendi
La Juventus di Massimiliano Allegri sta vivendo un periodo non proprio bellissimo dal punto di vista giudiziario dopo la bufera imperversata in casa bianconera per via dell'Inchiesta Prisma che ha riaperto il caso plusvalenze e i 15 punti di penalizzazione che l'hanno praticamente fatta sprofondare in classifica. In attesa dell’udienza preliminare del 27 marzo, il lavoro delle forze dell'ordine non si placa e cerca ancora di far chiarezza sulla manovra stipendi.
La Guardia di Finanza di Torino ha raggiunto Roma per interrogare Paulo Dybala. In particolare, racconta l'edizione odierna di La Repubblica, l'interrogatorio ruotava sul periodo della Juventus e sui 3 milioni di euro, una cifra che gli inquirenti vogliono capire se sia stata o meno pagata dai bianconeri al fantasista argentino e a quale titolo. Una cifra - si legge - che sarebbe arrivata come richiesta di risarcimento dagli avvocati del giocatore alla Juventus a maggio, dopo lo stop alle trattative per il rinnovo. A settembre poi, sarebbe arrivata una proposta di risarcimento per responsabilità precontrattuale da 3 milioni appunto, cifra che la Juventus ha inserito nel nuovo bilancio alla voce 'fondo rischi'.
Manovre stipendi, Paulo Dybala rischia grosso
Quello che ha insospettito i pm è l'entità della cifra, molto vicina ai 3,783 milioni, che le parti si erano accordati di spalmare nel 2021 con la famosa manovra stipendi. L'interrogatorio è servito per capire se dietro quel 'fondo rischi' ci siano accordi diversi, con una sorta di 'carta Ronaldo' anche per l'argentino, il tutto al di fuori dei moduli federali. La questione stipendi non è rilevante solo per il club, ma anche per i giocatori: per il quotidiano Dybala rischia grosso, visto che l'articolo 31 del Codice di giustizia sportiva vieta ai club di pattuire compensi in violazione delle norme federali e ai calciatori di accordarsi per riceverne. La pena in questo caso prevede una squalifica di durata non inferiore ad un mese.