Il Bologna chiude la difesa con Danilo ma l'operazione lascia comunque dubbi. Perchè chiuderla così tardi? Perchè vendere Maietta a gennaio?

- di Marco Vigarani -

Sono trascorsi poco più di due mesi dal momento in cui Filippo Inzaghi ha iniziato la sua avventura come nuovo allenatore del Bologna. Valutando la rosa allora a disposizione, l'ormai ex tecnico del Venezia aveva già richiesto alla sua dirigenza l'acquisto di un difensore centrale con precise caratteristiche: esperienza, leadership e piedi buoni. Tale desiderio è rimasto inesaudito per tutta la durata del ritiro e solo in queste ore l'arrivo a Casteldebole di Danilo ha colmato la lacuna.Se a parole Inzaghi non ha mai fatto pesare al club rossoblù tale mancanza, le azioni del mister sono state decisamente più eloquenti. Per tutta la durata del ritiro di Pinzolo infatti si sono alternati nel ruolo di centrale di riferimento del reparto due ragazzi giovanissimi come Calabresi ('96) e Brignani ('98) mentre invece dall'Austria in poi il ruolo di guida è stato affidato a Gonzalez, rientrato dopo l'impegno ai Mondiali. I risultati però non hanno dato ragione al costaricense, guida incerta di una difesa apparsa sempre traballante nelle tre gare di livello disputate: sconfitta contro Huddersfield e vittorie su Norimberga e Padova. A quel punto, resa palese la difficoltà (in realtà già nota dallo scorso anno) dell'intero reparto arretrato, la reiterata richiesta di rinforzi di Inzaghi è stata finalmente ascoltata ed il Bologna ha prelevato dall'Udinese il brasiliano Danilo Larangeira che, già proposto ai felsinei a giugno, nel frattempo era finito fuori rosa tra i friulani. Ecco allora emergere subito i primi dubbi su un'operazione giusta ma condotta nei tempi sbagliati. Perchè non fornire subito ad Inzaghi il rinforzo necessario permettendo alla difesa del Bologna di lavorare a pieno regime dal primo giorno di ritiro? Ed ancora perchè attendere due mesi durante i quali il lavoro atletico del 34enne Danilo sicuramente non è stato al livello di quello svolto dal resto della sua futura squadra? Si tratta di tempistiche molto simili a quelle dell'operazione che nell'estate 2017 alla fine ha portato all'acquisto di Palacio dopo due mesi dal suo svincolo dal contratto con l'Inter. Nessuno mette in dubbio la professionalità dell'ex capitano friulano ma certamente, visto anche il ruolo di grande responsabilità, sarebbe stato più facile avere a disposizione tutta la fase del ritiro per conoscersi e lavorare insieme piuttosto che arrivare in squadra a poche ore dall'inizio del campionato.In tanti poi si pongono in queste ore un'altra domanda magari puramente astratta ma non del tutto peregrina. Perchè mai a gennaio il Bologna ha deciso di cedere Maietta ed ora inserisce in organico Danilo? La risposta più semplice potrebbe trovarsi nei due anni in meno riportati sulla carta d'identità del brasiliano o nel fisico apparentemente più integro ma ridurre tutto ad una questione anagrafica sarebbe irrispettoso nei confronti dei due atleti. Parliamo infatti di carriere sostanzialmente paragonabili visto che da una parte l'ex Udinese (444 gare) può contare su maggior esperienza internazionale ma dall'altra l'attuale centrale dell'Empoli (436 gare) vanta una conoscenza preziosissima del calcio italiano. Possibile quindi che una società a distanza di pochi mesi decida di tornare così clamorosamente sui propri passi investendo di nuovo sull'esperienza dopo aver lasciato andare via senza ripensamenti uno dei suoi pochi simboli? Per questo Bologna ormai da anni vanamente a caccia di una nuova e solida identità evidentemente è possibile.
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