Bruno e le risse: “Quei due mi pestavano per provocarmi. Casiraghi? Presi 8 turni, gli tagliarono il viso”
Le confessioni dell’ex Torino e Juventus riportate da Il Fatto Quotidiano
Il Fatto Quotidiano ha realizzato un articolo relativo ai calciatori più “cattivi” della nostra Serie A. Tra questi, figura l’ex Torino e Juventus, Pasquale Bruno. Ecco alcune dichiarazioni rilasciate dall’ex calciatore e riportate dal giornale italiano:
“Policano era già al Toro quando Mondonico portò anche me e Annoni perché ci aveva avuto entrambi al Como. Io e Enrico eravamo due combattenti, le marcature le decideva sempre il mister. Io temevo più di tutti gli uruguaiani Aguilera e Sosa, piccoletti che mi provocavano, magari pestandomi la mano quand’ero a terra in modo da farmi sclerare. Enrico era più tranquillo di Policano. A Madrid Cravero mi dice: ‘Pasqua, di a Robi di stare tranquillo. Calma, Poli, calma! Non mi rompere i coglioni’, mi urla lui e dopo due minuti viene espulso per un’entrataccia su Michel. Io e Poli, che era fortissimo e avremmo potuto fare una carriera ancora migliore, avevamo la lingua lunga. Parlavamo più di Enrico. Marcalo, tienilo, dagli una gomitata! La gamba la mettevamo tutti e tre, mai levata. Enrico era un duro ma non esagerava mai. Io e Poli eravamo più cattivi, bisogna ammetterlo. Quella volta che Van Basten fece un balletto con me a terra dopo un mio autogol, fu molto bravo Capello che tolse l’olandese immediatamente, sennò sarebbe finita male. Gli avrei causato danni seri. La partita successiva contro il Milan Mondo mise Annoni su di lui e il sottoscritto su Papin. Ci rimasi male.
I derby con la Juve erano sempre caldi, col Trap e Mondo in panchina. Casiraghi simula, io esplodo e mi danno 8 giornate di squalifica poi ridotte a 5. Nel secondo tempo venne mandato fuori anche Poli, che tagliò il viso di Casiraghi. Il bianconero era un duro così come lo erano Vialli e Aldo Serena. Io comunque devo dire grazie alla Juve, ma il Toro è come me, stesso dna. Anche in Scozia ho fatto due anni bellissimi da calciatore, prima della pandemia ero vicino a tornare agli Hearts come direttore tecnico. Lì si giocava già con una intensità pazzesca: al 70esimo pensavo che la partita fosse finita eppure mancavano ancora 20 minuti”
L’ex calciatore ha commentato pure il calcio attuale con le seguenti parole: “Noi giocavamo contro fenomeni, non dovevi mai farli girare sennò ti puntavano e ti toccava buttarli giù. Oggi è più facile: in due contro uno, uno va in anticipo e l’altro lo copre. Per forza annullano l’avversario! Le regole odierne però sono ridicole, avvantaggiano gli attaccanti. Quando i difensori saltano con le braccia all’indietro mi sembrano dei cotechini avvolti nelle corde”.