Inzaghi ad Albertini: "Siamo amici, poteva chiamarmi. Mie parole strumentalizzate"
La replica di SuperPippo ad Albertini: "Mi aspettavo mi chiamasse al posto di parlare sui social. Non ha capito le mie parole: la salute è la priorità"
Botta e risposta. Il nuovo capitolo della ‘Albertini vs Inzaghi, le incomprensioni tra due amici’ è servito dalla Gazzetta dello Sport: SuperPippo ha, infatti, risposto alle domande della Rosea in una diretta su Instagram: “Prima di tutto l’amicizia è una cosa importante e se devo dire qualcosa a un amico gli telefono, non mi affido ai social. Tra l’altro Albertini è un rappresentante della Figc e le parole hanno un peso. Ma la cosa più importante è che si è fatto fuorviare da un titolo senza comprendere il senso delle mie parole, che era semplice: la salute viene prima di tutto e fino a quando questo problema non sarà risolto bisognerà seguire tutte le indicazioni che ci verranno date. Poi sarà bellissimo tornare alla normalità e credo che la cosa più naturale e giusta sia quella di finire la stagione, se sarà possibile. Mi dispiace che queste dichiarazioni siano state strumentalizzate. Mi ha dato fastidio quello che ho letto, soprattutto perché dopo la partita con il Pescara avevo 22 punti di vantaggio sulla terza ma ero stato tra i primi a dire di fermarsi. Se Albertini avesse letto bene l’articolo non avrebbe fatto queste esternazioni senza stile e di basso livello”. Inzaghi si è lasciato andare, infine, a ricordi del calcio passato, intrecciandoli con dei commenti personali sul football presente e sui propri allenatori di riferimento: “Dopo la finale di Atene non vedevo l’ora di tornare a Milano per fare il giro sul pullman scoperto con la coppa e abbracciare i nostri tifosi. Mi chiedo se ho festeggiato abbastanza. Per dieci notti non ho dormito, pensavo fosse un sogno. Ho avuto grandissimi compagni, dovrei citarli tutti, ma stavolta voglio ricordare Zidane che sento ancora spesso. Ho avuto la fortuna di avere alle spalle prima lui e poi Rui Costa. Ai tifosi arriva ciò che sei veramente. Ho messo al primo posto la passione e ringrazierò sempre le squadre in cui ho giocato. Ai miei tempi c’erano giocatori incredibili in attacco, come Batistuta, Trezeguet, Del Piero, Shevchenko, Totti, Montella, ma anche in difesa, come Cannavaro, Nesta, Maldini, Montero. Gli allenatori di oggi che mi incuriosiscono particolarmente sono Klopp e Guardiola. Per quanto riguarda la mia esperienza al Benevento, purtroppo non mi sto godendo i risultati perché quello che è successo mi fa pensare poco al calcio. Dobbiamo solo aspettare l’evolversi della situazione ma nessuno potrà cancellare quello che hanno fatto i ragazzi”.
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