Frosinone-Torino, Di Francesco: "Soddisfatto della gara. Su Kaio Jorge..."
Le parole di Eusebio Di Francesco al termine di Frosinone-Torino
Dopo la larga vittoria dell'Inter sull'Udinese, la Serie A è ripresa oggi con il lunch match tra il Frosinone di Di Francesco ed il Torino di Ivan Juric terminato con il punteggio di 0-0. Un risultato che lascia le due squadra a distanza di un solo punto: il Torino sale così a quota 20, mentre il Frosinone a 19. Ecco le parole di Di Francesco al termine della gara.
Risultato positivo
“Io sono molto soddisfatto perché non era una partita facile. Abbiamo avuto diverse opportunità per segnare, sia nel primo che nel secondo tempo. Quando crei tante opportunità e poi non le sfrutti c'è il rischio di subire, ma abbiamo resistito. Oggi avevamo anche tante defezioni, quindi ho cercato di mettere i giocatori più in condizione per esprimersi al meglio”.
Sull'utilizzo della difesa a 3
“Non è definitiva, si lega a dei principi che dobbiamo mantenere. Non sono legato a un sistema di gioco, ma a quello che la squadra trasmette durante la gara. Oggi mancava per caratteristiche un regista, ed è stato bravo Gelli a svolgere quel compito. Abbiamo perso il palleggio solo nel finale, per il resto della gara abbiamo avuto tante occasioni per fargli male”.
Su Barrenechea
“Le due/tre occasioni più importanti sono arrivate grazie al lavoro svolto in settimana. Barrenechea per caratteristiche è uno dei pochi registi rimasti in Italia e può giocare sia in un centrocampo a tre che a due”.
Vantaggio di allenare i giovani
“I giovani sono più puliti dal punto di vista dell'apprendimento. Spesso quando uno è abituato a vincere giocando in un certo modo, all'inizio fai fatica a insegnare le tue idee”.
Sul ruolo e la gara di Kaio Jorge
“Giocava più da seconda punta in passato. Non sono un grande amante dei due attaccanti, preferisco che giochi come prima punta. Lui è molto bravo a legare il gioco e sta ritrovando una buona condizione fisica. Ha delle qualità differenti dagli altri, vede la porta. Nel secondo tempo poteva essere più lucido ma da sempre la sensazione di poter fare male agli avversari”.
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