Mihajlovic: "Quando l'ho saputo, mi sono chiuso in camera. Ho pianto anche con i miei giocatori. Ma batterò la malattia!". Poi l'appello alla prevenzioneNon è una giornata come le altre quella che si sta consumando in queste ore a Bologna. Dopo le prime voci fluite ieri, nel capoluogo emiliano, circa il futuro di Sinisa Mihajlovic, oggi arriva la conferma direttamente dallo stesso tecnico dei felsinei, costretto a fare i conti con dei gravi problemi di salute, ma non per questo ad abbandonare il proprio team. L'allenatore che qualche mese fa ha trascinato il Bologna sino al decimo posto in classifica fa chiarezza sull'attuale stato degli eventi in conferenza stampa a Casteldebole. Inizia Walter Sabatini, decisamente commosso davanti alla stampa: "Il mister ha deciso con molto coraggio di affrontare la stampa anche forse per lasciare qualcosa alle persone. Noi gli siamo vicini, come anche Fenucci, Bigon e l'intera famiglia Saputo. Gli vogliamo bene, lo rispettiamo, qualsiasi cosa succeda. E non succederà nulla. Noi siamo con lui e lo aiuteremo a sconfiggere la malattia. Io preferisco Sinisa con un 2% di possibilità in meno a qualsiasi altro allenatore. Ringrazio voi tutti di essere presenti perchè il mister vuole parlare come ha sempre fatto, con coraggio. Andiamo avanti tutti insieme nei limiti in cui si potrà farlo. Ci tengo a sottolineare una cosa: il mister ha avuto il coraggio di venire qui e parlare direttamente, io invece mi sarei nascosto". La parola passa, pertanto, al diretto interessato, Sinisa Mihajlovic, il cui coraggio ha messo al tappeto la pur evidente commozione: "Ho fatto di tutto per stare peggio di Sabatini e rubargli la scena, ero geloso che questa fosse tutta per lui al suo arrivo (ride). Ho chiesto riservatezza da parte di tutti voi perchè volevo dare io per primo la notizia alla squadra alla gente e a voi stessi. Purtroppo questo non è successo e non è stato rispettato da tutti, e la cosa mi dispiace. Purtroppo, da alcuni esami si sono scoperte delle anomalie che non c'erano quattro mesi fa. Dico le cose come stanno, la verità! Quando non sono partito per il ritiro, avevo detto che avevo la febbre e questo era un problema solo per me e per mia moglie, che sicuramente non avrebbe creduto a un 40 di febbre, dal momento che non la ho da vent'anni. Ho fatto degli esami alle 15 e il giorno dopo alle 9 sono arrivati i risultati: leucemia. Quando me lo hanno detto, ho avuto una brutta botta. Sono stato due giorni chiuso da solo in camera a pensare, riflettere (piange). Le mie non sono lacrime di paura, la malattia la rispetto, la affronto come ho sempre fatto e non vedo l'ora di iniziare le cure, perchè prima le inizierò, prima le finirò. Ho parlato con i miei giocatori, come dico sempre 'bisogna andare a pressarli alti e avere coraggio', lo stesso che devo avere io per vincere la malattia per me, mia moglie, la mia famiglia e tutti coloro che mi vogliono bene e a cui io voglio lo stesso.  E' una malattia in fase acuta, aggressiva e attaccabile. Ma io voglio andare iniziare a combatterla quanto prima. In questi giorni volevo stare solo con me stesso e disintossicarmi, per essere pronto ad affrontare nel migliore dei modi quello che sono chiamato ad affrontare. Voglio ringraziare tutto il Bologna, dal presidente al magazziniere: mi hanno fatto sentire uno di famiglia. Ho pianto con i miei giocatori, i miei ragazzi, e loro lo hanno fatto con me. E questa dimostrazione di affetto mi dà l'aiuto indispensabile per andare a prendere alta la malattia, pressarla e sconfiggerla. Ho pianto molto e chiedo scusa se non ho risposto ai 600 messaggi ricevuti. Non voglio fare pena a nessuno e non mi piace vedere persone davanti a me che piangono. A febbraio non avevo alcun sintomo, avevo fatto le analisi e stavo benissimo. Ho anche svolto attività sportive in quel periodo, come ho sempre fatto. Mio padre, però, è morto di cancro e se non avessi fatto gli appositi ulteriori controlli, con il solo normale esame del sangue non avrei scoperto nulla. Ci tengo molto a dire una cosa, che deve valere per voi che ascoltate e per tutti quanti: nessuno di noi deve pensare di essere indistruttibile, perchè a tutti può capitare una roba del genere e quando ti succede...(silenzio e commozione) è una botta tremenda. L'anticipare la conoscenza di quello che si ha è l'unica forma di prevenzione. Io sono stato fortunato e ringrazio la bravura dei dottori. E' successo a me, può succedere a tutti. E' giusto prevenire perchè in un solo momento la vita ti passa davanti, cambiandoti in tutto. Non è un incubo, è la realtà e la devi combattere.  Nella vita, nessuno mi ha regalato nulla, ma state tranquilli perchè lo farò anche stavolta. Io la vinco questa malattia!". A chiarire dal punto di vista medico la situazione è il prof. Nanni dell'Isokinetic: "Il mister ha voluto condividere con tutti il problema che lo ha tenuto lontano dal ritiro. Il problema è nato il giorno precedente al ritiro, quando abbiamo avuto il sospetto che si trattasse di questa tipologia di malattia. Grazie alla professionalità di chi lavora al policlinico, abbiamo avuto il riscontro dell'esame midollare e siamo arrivati alla diagnosi il giorno prima del ritiro. Il giorno seguente, abbiamo avuto la conferma ufficiale. Oggi si può guarire completamente di questa malattia, e si può parlare di un futuro anche roseo di un allenatore che può tornare ad allenare. Ci saranno dei momenti in cui sarà lontano dalla squadra, dovrà curarsi ma oggi ci sono terapie molto diverse da quelle di pochi anni fa. E' una malattia che si può combattere, vincere e sconfiggere anche in tempi brevi. Il mister non ha niente, ci tengo a dire questo: non ha alcun sintomo particolare e non era vero che avesse la febbre, lo abbiamo dovuto dire per far trapelare il meno possibile non essendoci ancora nulla di ufficiale. ("Sono incazzato, era meglio la febbre", risponde Mihajlovic). Il mister si è presentato con un problema tipico di chi fa sport e siamo andati a cercare uno strappo muscolare, un dolore tendineo, un dolore all'anca, una frattura da stress. Abbiamo fatto la risonanza per cercare questo, ma è emerso un segnale a livello osseo per cui indagare. Abbiamo indagato subito e abbiamo trovato il problema. Il mister sta bene, però. Martedì sarà ricoverato al Sant'Orsola e saremo in ottime mani, me ne sono assicurato personalmente: Sinisa potrà e dovrà continuare la sua attività. Non possiamo dire quanto tempo durerà la malattia, perchè non conosciamo ancora il tipo di leucemia nello specifico. Speriamo che sia un percorso breve. Vincendo questa battaglia, sono sicuro che Sinisa tornerà mentalmente più forte di prima e sarà una vera e propria macchina da guerra".
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