L' amministratore delegato dell'Inter, Beppe Marotta, è intervenuto in occasione della Milano Football Week organizzata da La Gazzetta dello Sport dove si è soffermato su diversi argomenti, dal campionato alla Champions League. Di seguito le sue parole riportate da TMW:  "Come si sta dopo un 2 a 0? Si sta mediamente bene, ci porta ad essere avvantaggiati ma dobbiamo essere motivati, umili ma senza cullarsi su queste casistiche. Ancelotti? Chiaro che quando vivi queste atmosfere in una competizione come questa è evidente che l'adrenalina sia tanta e il cuore batte forte. Ora abbiamo una partita e non dobbiamo sottovalutarla ma il pensiero corre a martedì".

Il rimpianto per il campionato?
"Credo che l'analisi debba portare al fatto che la cosa più importante è la prestazione, questi sono ottimi presupposti per affrontare un avversario di tutto rispetto per il ritorno. Il palo di Tonali è arrivato nel nostro momento di difficoltà ma un risultato del genere alla vigilia non potevamo aspettarcelo".

Quando tirerete le somme il giudizio sulla stagione quale sarà?
"A oggi il consuntivo non può che essere positivo. Siamo in corsa in tre competizioni, in una non lo siamo stati fino in fondo, ma la valutazione a oggi può essere da 7. Sarebbe potuta essere da 9 o 10 se fossimo stati in corsa per lo scudetto. Se mi parlate dell'allenatore, forse dobbiamo valutare anche noi stessi: quando abbiamo perso dei punti per strada con squadre chiaramente inferiori qualcosa non ha funzionato e non è giusto addebitare tutto a Inzaghi. Il nostro allenatore ha un contratto per il prossimo anno, ma non è questa la motivazione: sta facendo bene, ha recuperato. Ma è anche giusto che in un momento di negatività io mettessi pressione, siamo l'Inter e devo farlo, è il mio ruolo".

Se le facciamo vedere una foto della sconfitta col Real Madrid?
"Esistono episodi, perdemmo in casa all'andata e poi andammo al Bernabeu, venimmo eliminati con un rigore all'ultimo minuto, molto dubbio. Ma penso anche al 2016: io ero alla Juve, vincemmo 3-0 in casa con l'Inter e perdemmo 3-0 a San Siro con l'Inter, siamo andati in finale di Coppa Italia grazie ai rigori".

Sono cose che ha condiviso con Inzaghi.
"Sì, ma anche lui ha attorno persone di grande esperienza, da Ausilio a Ferri e via dicendo".

Lei è già stato due volte in finale di Champions. Vuole una rivincita personale?
"Se guardo alla mia carriera, mi sento appagato. C'è ancora questo piccolo aspetto… Ma sarebbe un sogno, non vale la pena addentrarsi".

Se dovesse scegliere un momento di svolta della stagione?
"Forse la svolta è arrivata proprio dalla Champions, da quando abbiamo superato il Porto abbiamo trovato quell'autostima di dover cambiare rotta e dover mettere ancora di più quelle motivazioni che rappresentano la possibilità di dare continuità. La rosa è forte, è fatta da professionisti bravi e tutto da lì è stato più facile, ma anche meritato. Dobbiamo continuare, questa sera abbiamo un appuntamento delicato".

Come ha reagito quando ha saputo dell'infortunio di Leao? "Anzitutto, secondo me dobbiamo riconoscere il merito al nostro allenatore e ai nostri calciatori, hanno giocato bene. Poi è chiaro che se all'avversario mancano giocatori importanti si è avvantaggiati, ma la forza di una squadra non è data dal singolo atleta".

Leao è stato vicino all'Inter?
"Sì, poi le scelte furono diverse per motivazioni differenti, ma devo dire di sì".

Si è pentito della scelta fatta su Skriniar?
"Posso dire soltanto che vorrei tornare sull'argomento a campionato diverso. Sicuramente si poteva risolvere in modo migliore. Ci voglio tornare a fine stagione, a tutela della società".

Se tornasse a disposizione per la finale?
"Deciderebbe l'allenatore, non certo io".

C'è qualcosa che vi rimproverate?
"L'ho detto, ne parlerò alla fine raccontando come si sono svolti i fatti. Adesso mi sembra inopportuno".

Onana, Dzeko, Mkhitaryan, Acerbi, Calhanoglu: tutti a parametro zero…
"Anzitutto devo dire che nell'Inter abbiamo creato una grande squadra e queste decisioni sono prese in modo collegiale. Io parlo di competenza, spesso nel calcio non si segue questo criterio ma se lo fai le cose vanno meglio. E devo dire che anche la società ci ha aiutato, sono investimenti fatti per puntare subito a qualcosa di concreto".

Lautaro sarà il capitano della prossima stagione?
"Sta crescendo, ha 25 anni ed è un bravissimo calciatore, ma anche un uomo che sta crescendo. Credo ci siano tutte le premesse perché possa diventarlo".

Quante chance ci sono che l'anno prossimo Lukaku sia all'Inter?
"Intanto facciamogli gli auguri. Per il resto, su di lui vale il discorso generale, ha risentito dell'infortunio ed è stata una stagione veramente atipica la sua. Non dimentichiamo che non è un nostro giocatore del Chelsea: non so che intenzioni avranno loro, chi sarà l'allenatore... Se arriverà un tecnico che vorrà puntare su Lukaku, i discorsi saranno chiusi. Ha grande qualità, averlo è una cosa positiva. Ma non è nostro e vedremo più avanti".

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