L'intervento di Mario Sconcerti sul tema della ripresa del campionato: "Sarei molto più tranquillo se l'Uefa fissasse la data del prossimo campionato" In un intervento nel corso della trasmissione radiofonica Stadio Aperto, Mario Sconcerti ha parlato della ripartenza del calcio italiano e di tutti i temi annessi alla stessa: “Purtroppo l'argomento di ricominciare il campionato e di Spadafora mi interessa poco, lo dico in un colpo di sincerità. Non ho voglia di costringere nessuno a stare tre mesi chiuso in un albergo, uscendo solamente per salire sul pullman e andare a giocare, senza parlare nemmeno di familiari o congiunti. La trovo una soluzione molto imbarazzante per far prendere dei soldi a una decina di presidenti che li hanno spesi per conto loro: preferisco non interessarmi, sennò mi incazzo”. Sugli eventuali ricorsi in caso di stop da parte del Governo, Sconcerti è sicuro: “Questo può succedere nell'Unione Sovietica, ma in uno stato democratico non si vede come un Governo possa entrare nei piani di un'azienda privata. Gravina, se è tra incudine e martello, deve fare come i grandi dirigenti e scegliere una delle due o trovare un'idea nuova. Se aspetta che la soluzione gliela trovino gli altri, mi pare che il suo ruolo di comandante sia molto ridotto. Lo posso fare anche io. Non si può far guidare una grande azienda dagli avvocati, ma da amministratori delegati, dirigenti e presidenti. Quella degli avvocati è una gestione con le spalle al muro”. Il direttore si concentra, infine, sull’Uefa: “Cerca di dare degli step, poi non basta dare quelli: bisogna vedere cosa ne pensa il virus e se riusciamo in questa convivenza. Sarei molto più tranquillo se fissassero la data del prossimo campionato, che mi sembra decisivo e di cui invece ancora non si parla. Non vorrei che per cercare di chiudere una stagione vecchia ed usata in modo poco dignitoso, recludendo centinaia e centinaia di persone, non si cominciasse di come mettere in sicurezza la prossima e ci si avvicinasse alla fine del calcio. E’ normale che un piano B venga tenuto nascosto dall’UEFA, o si finisce per screditare il piano A. Per adesso le varie leghe pensano solo a farsi pagare l'ultima rata dalle televisioni, perché un sacco di presidenti hanno speso prima i soldi... Ci sono sempre questioni molto sentimentali e morali nel calcio. Sono convinti che se il Governo interromperà il campionato potranno comunque richiedere certi soldi alle televisioni perché non è volontà loro: per l'esperienza che ho dei tribunali, avendo alle spalle più di cento cause, mi sembra una posizione un po' fragile. Si parla solo di questo: del resto del calcio non frega niente a nessuno”.
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