Si chiama "Generazione S", il progetto organizzato al Mapei Stadium rivolto soprattutto ai giovani, fortemente voluto dalla famiglia Squinzi. Un progetto che valorizza il mondo dello sport, unico veicolo sano in grado di poter rendere questa società un posto migliore, che ha come obiettivo quello di promuovere la crescita sportiva dei ragazzi, condividendo le metodologie del Sassuolo Calcio.

Si sa, per raggiungere risultati e obiettivi esistono tanti aspetti, come testimoniato nel convegno Testa e Gambe al quale hanno partecipato anche personaggi illustri come Leo Turrini e Arrigo Sacchi. Ognuno di questi ha delle caratteristiche ben precise, a partire dalla preparazione atletica a 360°, il cui relatore e responsabile dell'Human Performance Lab Mapei Sport dott. Ermanno Rampinini, pone l'attenzione principalmente su tre punti per l'ottima crescita del singolo individuo. Rispettare la maturazione: nei primi 20 anni di vita la crescita rappresenta tanto: dai 5 ai 10 anni, i ragazzini crescono orientativamente 5-6 cm l'anno tant'è che a un certo punto ci si trova ad affrontare un corpo lungo, più pesante, rappresentando di fatto una fase delicata della crescita. Per allenare i ragazzi esistono dei periodi, talvolta più sensibili, chiamati età dell'oro: vuol dire che flessibilità e rapidità devono essere monitorate con una certa attenzione. L'esercizio fisico - continua Rampinini - è l'antidoto migliore al mondo, che va somministrato con cautela e che alla lunga ci porterà risultati. Per diventare calciatore indubbiamente serve talento e un contesto che aiuti a sviluppare il talento stesso. E poi c'è la pratica. Serve muoversi.  

Non solo atletiticità: è fondamentale anche allenare la mente. Esiste un equilibrio di fattori tra corpo, ambiente e mente per la salute del singolo atleta, come riportato dalla dott.ssa Cecilia Glorioso. Serve consapevolezza, ogni individuo ha diverse dinamiche con le quali confrontarsi: concentrazione e attenzione, autoeficacia e autostima, motivazione e gestione dell'emotivo. Ognuno è sottoposto ad uno stress, tant'è che nella vita di tutti i giorni esistono troppe variabili. Alcune controllabili, altre meno. Un atleta deve saper controllare la propria mente e questo avviene solo se pensiamo al presente, che è controllabile, a differenza di un passato non modificabile e un futuro non prevedibile. La cosa fondamentale è distinguere la sconfitta dal fallimento. La sconfitta è una probabilità, fa parte del gioco ma se la viviamo come un fallimento non la supereremo mai. 

Infine c'è la nutrizione, di cui si parla poco e che viene identificata come un argomento ostile. A parlarne in tal senso è il responsabile del servizio nutrizione Mapei Sport dott. Luca Mondazzi, il quale focalizza l'attenzione sull'apporto di proteine e la loro gestione e l'organizzazione di pasti/spuntini. Si sa, gli alimenti ricchi di proteine sono presenti nelle carni bianche, formaggio e legumi. Ogni sportivo ha un fabbisogno quotidiano di proteine, tant'è che la gestione di questo apporto è fondamentale per il recupero da un esercizio intenso. Quando ci si allena, si pone le basi per aumentare le capacità prestazionali. Contrariamente a grassi e carboidrati, le proteine non hanno un deposito all'interno dell'organismo pertanto nel momento del bisogno non avremo un quantitativo sul quale affidamento nel momento del bisogno. Fondamentale è l'orario nel quale si svolge un allenamento: in base alla fascia oraria, varierà l'apporto di proteine, carboidrati. E poi c'è l'assunzione di liquidi, la disidratazione: altro aspetto di cui si parla poco. 

Sacchi con Berlusconi

 Convegno al quale ha partecipato anche uno che ha fatto la storia di questo sport: Arrigo Sacchi. Questa la dura analisi dell'ex ct di Parma, Milan e della Nazionale Italiana, intervistato da Leo Turrini:

“Il Calcio è il riflesso della storia e della cultura del paese. E purtroppo il nostro paese non sta attraversando un bel periodo. E' un paese ritardato, sotto tutti i punti di vista, individualista, dormiente. Gli italiani sono identificati tutt'oggi così come vent'anni fa come spaghetti e catenaccio. Amo il calcio, mi ha dato tanto. Però se non dai emozioni, il calcio sarà sempre più un collettivo di intelligenza. Se hai calciatori individualisti, che parlano solo di soldi non andremo avanti. Bisogna lavorare, anticipare, prevenire. Io dico sempre che la sconfitta non è contemplata. Senza conoscenza non può esserci innovazione. Bisogna amare quello che si fa e farlo meglio. Se tutti facessero così l'Italia sarebbe un posto migliore”.

A chiudere l'evento, e non potrebbe essere altrimenti, è il padrone di casa Giovanni Carnevali. L'amministratore delegato neroverde, oltre a ringraziare sponsor e presenti,  ha ribadito l'importanza del concetto di squadra per il raggiungimento degli obiettivi: 

 

L'ad Carnevali affiancato dall'ex patron Giorgio Squinzi

“Conosco Sacchi da 50 anni e lo ringrazio per essere qui, l'ho sempre visto come un visionario. Il progetto Generazione S, partito come nazionale, è diventato internazionale tant'è che si sta espandendo in tutto il mondo. Rappresenta di fatto il binomio tra prima squadra e settore giovanile. Il nostro impegno è promuovere i giovani e la loro crescita, cercando di essere vicini e uniti e rafforzando il concetto di squadra, non solo nello sport”.

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