Le quattro vittorie in sei turni di gioco non sono evidentemente sufficienti a placare le polemiche che infiammano la piazza rossoblu. Sono ben pochi - e non è una novità - quelli che si allineano alla mia opinione, e cioè che una squadra che ha aggiunto Arnautovic, Theate e Dominguez titolare (non è poco), ma perso Tomiyasu, i gol di Soriano e i cambi a metà campo è un mezzo miracolo che sia a 24 punti, dove stazionano team (tipo la Fiorentina) che ha centrocampisti da Nazionali che fanno panchina. Non saranno le tabelle la soluzione delle analisi calcistiche, eppure il Pallone Gonfiato - il primo a dare quest'input al nostro gruppo di lavoro fu, diversi anni fa, Gianni Marchesini - dimostra con i numeri come le intemerate di Mihajlovic abbiano un senso. Si sono alternati finora 5 giocatori, di cui però gli ultimi due, Kingsley e Viola, per un miserrimo totale di 80 minuti. L'anno scorso il quarto per impiego, Poli, ne assommava 426. Poi si sa che il mister alterna stati di soddisfazione a rimproveri pubblici, ma è altrettanto chiaro che questo, alla fine, sta bene alla dirigenza, che ha un parafulmine, a lui, che - nonostante i ricorrenti voglini - qui sa di incassare uno stipendio sicuro (e nessuna seria rottura di balle), alla piazza, che annovera un sacco di appassionati i quali sono convinti che il limite ai punti non è dato dalla rosa, ma dagli arbitri, e in ogni caso il decollo è pronto. 

Basta però un raffreddore ad Arnautovic a far desumere che non è così. Il Bologna è migliorato visibilmente, specie dopo Empoli, perchè, tra l'altro, non è sempre vero che ad atteggiamento più zemanianamente spavaldo corrisponde gioco migliore. Spunti apprezzabili sono venuti anche nel periodo recente, molto più "griccio" in termini di calcio champagne (per gli altri, quasi sempre: le imbarcate sono per fortuna un lontano ricordo). Se poi si contano gli errori in una sola partita, questo non dovrebbe fare notizia: non ci fossero sbagli non ci sarebbero nemmeno i gol, in specifico quando te li segnano quelli più forti. Bravi mister, giocatori e società, tutti hanno concorso al cambiamento. 

Passando alla faccenda stadio, non è effettivamente solo il tema traffico a dominare. Per quanto invitare cortesemente la Lega a imporre al concessionario tv orari più fruibili sia, io credo, diritto di un Sindaco (e logico farlo attraverso il "proprio" club, soprattutto dati gli ottimi rapporti esistenti). 

Che poi la effettiva cantierizzazione delle opere tardi ancora, non è colpa - ritengo - né del Bologna né dei "comunisti" che ostacolano la libera impresa ma, semplicemente, di mutate condizioni del mercato e, credo anche, di una mano un po' più tirata da parte di Saputo. E' vero che una ragione precisa del suo sbarco in Italia mai l'abbiamo saputa e nemmeno sappiamo se c'é, però è certo che sono cambiate le condizioni: costruire ora costa di più ed è più complicato. Forse una sostanziale autogestione in attesa della presa in carico delle opere da parte dello Stato (e ciò accadrebbe in caso di evento internazionale) risolverebbe il problema, anche perché il Bologna sarà compiutamente cedibile solo quando un asset di questo tipo andrà a irrobustire il bilancio.

Tornando al campo, sarebbe bello se la Primavera proponesse alla prima squadra dei Raspadori o dei Maleh da inserire. Uno dei presupposti del cosiddetto "progetto" era il salto qualità del settore giovanile, e quindi è in freezer anche questa possibilità. Nulla che si avvicini alle polemiche di Montreal, strano che anche a migliaia di chilometri di distanza la noncuranza sostanziale sui risultati smuova la folla. Che bizzarri, questi canadesi.

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