Il responsabile sanitario Pulcini tuona contro il Cts: "In caso di un contagio, le fabbriche non chiudono. Nel calcio, invece, si ferma l'intera squadra" Il responsabile sanitario della Lazio Ivo Pulcini, intervistato da Radio Kiss Kiss, ha tuonato contro il Comitato Tecnico Scientifico: "Il Cts continua a non tener della curva discendente del contagio. Quello che era vero un mese fa, adesso è cambiato tutto. In medicina va considerato il momento”. L'analisi si sposta, quindi, sulla posizione degli atleti, considerati in maniera uguale agli altri lavoratori solo superficialmente, secondo Pulcini, nel Cura Italia: "Secondo il decreto, sono assimilati agli altri lavoratori, se si contagiano, il contagio è visto come un infortunio sul lavoro. Ma perché nelle fabbriche se esce un contagio non chiudono tutto, mentre se capita ad un calciatore tutta la squadra va messa in quarantena? Se decidono loro devono assumersi la responsabilità. Voi mi dite che devo mettere cinquanta persone sane in quarantena, per me è un delitto, visto che sono persone sane, mi devono dire che significa. Sono volontà non mie, mi viene imposto, loro decidono ed io mi prendo la responsabilità? Io non metto in quarantena persone sane. Il Coronavirus è un'epidemia stagionale come altre in passato, basta che guardate la curva dei contagi come è scesa. Se uno è positivo non chiudono le fabbriche e non devono chiudere lo sport".
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